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Sicurezza, versatilità, benefici certi. Il cannabidiolo (CBD) si dimostra sempre più un valido alleato per la nostra routine sportiva.

Dagli amatori fino agli atleti professionisti; chiunque pratichi o abbia praticato una qualunque attività sportiva conosce bene quella sensazione di indolenzimento muscolare - a tratti dolorosa - che insorge qualche ora dopo avere smesso di fare sport.

Ci si lava, ci si cambia, si torna verso casa e, immancabilmente, le gambe sembrano essere due travi di legno.
I movimenti, anche semplici, risultano essere più difficoltosi e si è accompagnati da un lieve, ma costante, fastidio muscolare.

Si tratta di ciò che i dizionari medici definiscono come indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS, dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness): un fenomeno molto comune, a tratti doloroso, e associato all’esercizio fisico. Negli ultimi anni, il cannabidiolo (CBD) è stato sempre più impiegato come trattamento per stemperare il dolore provocato dall’indolenzimento muscolare, grazie alla sua efficacia e al suo ottimo profilo di sicurezza.

 

Sport, dolore muscolare, e falsi miti: l’acido lattico

Lo abbiamo sentito (e ripetuto) milioni di volte: il dolore alle cosce e, in generale, alle gambe che proviamo nei giorni successivi a un esercizio fisico estraneo alla nostra comune routine sarebbe causato da un accumulo di acido lattico. Si tratta, in realtà, di una falsa credenza che è stata tramandata per anni.

L’acido lattico che il nostro organismo produce mentre compiamo uno sforzo, viene rimosso nelle ore immediatamente successive all’attività fisica. Il dolore ai muscoli che si avverte nei giorni successivi è, invece, da attribuirsi a una serie di microlesioni delle fibre muscolari che possono avvenire se ci si sottopone a uno sforzo intenso a cui non si è abituati.

A seguito di queste microlesioni, il nostro organismo reagisce con un processo infiammatorio che interviene al fine di riparare i danni. È questo il dolore che avvertiamo “il mattino dopo” aver partecipato a una partita di calcetto con gli amici dopo che non toccavamo un pallone da 5 anni.

La sensazione dolorosa dura circa due/tre giorni, in genere, per poi scomparire gradualmente. Tra i tanti rimedi che negli anni sono stati impiegati per stemperare questo indolenzimento, il cannabidiolo (CBD) è uno di quelli che, di recente, sta riscuotendo più successo. 

 

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Il cannabidiolo (CBD) per il recupero muscolare

Il cannabidiolo viene impiegato anche per il trattamento del dolore provocato da un’infiammazione. Vari studi scientifici hanno indagato l’efficacia del cannabidiolo su molte condizioni infiammatorie, fra cui quelle che riguardano i muscoli.

È dimostrato che l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danni gravi e riduca l’infiammazione. Uno studio pubblicato sulle pagine dello European Journal of Pain ha anche dimostrato che il CBD applicato sulla pelle può aiutare a ridurre il dolore e l'infiammazione dovuta all'artrite.

Nello sport, il CBD viene impiegato da anni grazie a queste proprietà antinfiammatorie, associate anche a quelle neuroprotettive e muscolo-rilassanti. Il motivo di questo interesse risiede anche nel fatto che il CBD permette di impiegare quantità minori di FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, che possono avere un discreto numero di effetti collaterali, anche sul lungo termine.

Eugene Christopher Monroe, ad esempio, è un ex giocatore di football americano, star dei Jacksonville Jaguars e Baltimore Ravens, e convinto testimonial e attivista per l’uso medico della cannabis.

Grazie al suo impegno, molti giocatori sostengono che prodotti con CBD, ormai sdoganati, possano essere un’ottima alternativa agli oppiacei e siano la chiave per i “reduci” da infortunio per mitigare il dolore. 

 

Come assumere il CBD per il recupero muscolare?

Non esiste un unico metodo di assumere il cannabidiolo (CBD). L’importante è scegliere il metodo più comodo e pratico a seconda delle preferenze.

Per sfruttare le caratteristiche del cannabidiolo è importante assumerlo con costanza, sia nel breve che nel medio periodo saremo in grado di apprezzarne le caratteristiche.

Un utilizzo costante e monitorato (parte integrante di una routine di esercizio fisico) è il primo passo per potere compiere un percorso quanto più soddisfacente. La quantità di CBD da assumere è del tutto soggettiva e dipende dalle singole esigenze.

Per quanto riguarda il metodo e il “formato” di assunzione, la libertà è totale. C’è chi preferisce spalmare olio di CBD su una particolare regione interessata da una infiammazione. Altri, invece, preferiscono assumerlo per via orale. Alcuni amano “svapare” il cannabidiolo, altri preferiscono ingerirlo sotto forma di cristalli.

Ciò che rimane, è che il cannabidiolo ha una riconosciuta azione antinfiammatoria. Infatti, secondo la revisione di ben 132 studi effettuati in merito (pubblicata nel 2018 sulle pagine di Frontiers in Neurology), il CBD è in grado di ridurre una condizione infiammatoria e aiuta a ridurre il dolore e migliorare la mobilità anche nei pazienti affetti da sclerosi multipla.



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