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THC e CBD: differenze e analogie

    INDICE

Nel 1964, quando lavorava all’Istituto Weizmann in Israele, Raphael Mechoulam fu il primo - assieme ai colleghi Yechiel Gaoni, e Habib Edery – a isolare e analizzare il delta-9-tetraidrocannabinolo (detto comunemente THC): uno dei principi attivi della cannabis più noti al pubblico. L’anno precedente, nel 1963, lo scienziato israeliano aveva scoperto anche il cannabidiolo (CBD).

Le pubblicazioni di Mechoulam avvenute in quegli anni e in quelli successivi costituiscono la base per la ricerca scientifica sulla cannabis e per comprendere nel profondo le differenze e le similitudini tra questi due principi attivi fondamentali.

Nella cannabis si trovano oltre 80 cannabinoidi, i più noti sono il THC e il CBD. I cannabinoidi presenti nella cannabis possono essere suddivisi in due categorie: cannabinoidi naturali e cannabinoidi endogeni.

I cannabinoidi naturali, conosciuti anche con il termine di fitocannabinoidi, sono un gruppo di composti chimici presenti nella Cannabis Sativa. Oltre ai più noti, il THC e il CBD, è stato evidenziato il potenziale terapeutico anche del CBG, cannabigerolo: un cannabinoide non psicoattivo presente in quantità variabili nella pianta di Cannabis.

I cannabinoidi endogeni invece, noti anche come endocannabinoidi, sono composti organici prodotti dal corpo umano e si caratterizzano per la capacità di interagire con i recettori cannabinoidi. Gli endocannabinoidi sono una classe di lipidi bioattivi e hanno la capacità di legarsi con i recettori cannabinoidi.

Il primo endocannabinoide ad essere stato identificato, nel 1992, è l'anandamide (AEA), seguito dal 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). Negli ultimi anni sono stati identificati almeno altri tre cannabinoidi endogeni: il 2-arachidonil-gliceril-etere (noladin, 2-AGE), un analogo strutturale del 2-AG, la virodamina e la N-arachidonoildopamina (NADA). Questi mediatori lipidici, insieme con i recettori dei cannabinoidi e i correlati processi di sintesi, trasporto e degradazione, costituiscono il cosiddetto sistema endocannabinoide.

thc e cbd differenze e analogie

THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo)

Il THC fu isolato e sintetizzato per la prima volta negli anni 60’ da Raffael Mechoulam, israeliano, può essere definito “il padre della Cannabis”, è stato tra i primi studiosi ad occuparsi della Cannabis e delle sue potenzialità.

Nel 1985 la “Food and Drugs Administration” ha riconosciuto la sua capacità terapeutica, sviluppando un farmaco, il Dronabinol, prodotto dall’Unimed Pharmaceuticals su finanziamento dell’istituto nazionale sul cancro.

Il THC è il responsabile dell’effetto psicoattivo che si sviluppa nel consumo di Cannabis. Il THC comporta un rilascio di dopamina da cui scaturisce un effetto di euforia e benessere.


CBD (Cannabidiolo)

Il CBD è un componente attivo della Cannabis sativa e rappresenta il principale fitocannabinoide presente nell'intero complesso vegetale (centinaia di sostanze chimiche ed oltre 70 fitocannabinoidi, alcuni dei quali ancora poco esaminati).

Da alcuni anni ormai si assiste a un rinnovato interesse per il CBD da parte della comunitá scientifica e medica, soprattutto grazie alla scoperta della sua attività antiossidante, antinfiammatoria, analgesica e neuroprotettiva.

Ethan Russo è uno dei maggiori studiosi del mondo della cannabis. A lui sono dovute, ad esempio, le prime ricerche sull’effetto entourage di cannabinoidi e terpeni. Le sue ricerche si sono concentrate anche sul cannabidiolo e sui legami tra l’utilizzo della cannabis e i moderni meccanismi farmacologici, come il trattamento fitofarmaceutico dell'emicrania e del dolore cronico, o le interazioni tra fitocannabinoidi e recettori serotoninergici e vanilloidi.

"Il cannabidiolo è un farmaco molto efficace per tantissime patologie - ha raccontato Russo nel corso del Balkannabis Expo - ha effetti antinfiammatori molto forti, quindi riduce le infiammazioni e il dolore, ma protegge anche il cervello da problemi come traumi cranici o ictus. Ci sono inoltre diversi segnali che indicano come il CBD potrebbe proteggere il cervello da malattie degenerative come l’Alzheimer e altre patologie che causano demenza. Il CBD ha inoltre dimostrato un’ottima efficacia nel curare gravi convulsioni".

THC e CBD, quali sono le affinità?

Il THC e CBD sono utilizzati, con finalità diverse, in ambito terapeutico. Entrambi comportano benefici per la salute umana: il THC è antispamodico, analgesico, anticonvulsivo, antinfiammatorio, è in grado di stimolare l’appetito e le proprietà antiematiche. Il CBD ha effetti antinfiammatori, anticonvulsivi, antipsicotici, antiossidanti, neuroprotettivi e immunomodulatori.


THC e CBD, quali sono le differenze?

Il THC ha caratteristiche psicotrope al contrario del CBD che, invece, è in grado di contrastare l’azione del THC.

Una ulteriore differenza tra THC e CBD sta nella capacità del primo di legarsi al recettore CB1, presenti nel sistema nervoso centrale, al contrario del cannabidiolo che invece interagisce con il recettore CB2, presente in varie zone del corpo umano, in maniera particolare nel sistema immunitario.


THC, CBD ed effetto entourage

La combinazione fra terpeni e cannabinoidi è chiamato effetto entourage; alcuni studi hanno dimostrato come tale combinazione possa modificare in maniera significativa l’azione dei principali principi attivi, THC e CBD.

I terpeni sono composti idrocarburici presenti nelle resine naturali e negli oli essenziali, abbondantemente utilizzati in molteplici ambiti. Alcuni terpeni molto comuni, ad esempio, sono il geraniolo, il mentolo, il mircene e la canfora.

I composti secondari della cannabis legandosi con i recettori CB1 e CB2 possono, ad esempio, aumentare gli effetti terapeutici del THC, riducendo l’ansia indotta dal suo principio psicotropo. I terpeni, invece, quando vengono assunti interagiscono con il sistema endocannabinoide, agendo in combinazione con i cannabinoidi.

Ad esempio il mircene conferisce a un prodotto un odore simile ai chiodi di garofano, ed ha la capacità di aumentare la permeabilità cellulare e conseguentemente un rapido assorbimento dei cannabinoidi.

In conclusione

CBD e THC presentano diverse analogie per quanto riguarda gli ambiti d’uso. Tuttavia, nel caso in cui l’utilizzo sia espressamente terapeutico, è bene rivolgersi al proprio medico per valutare quale delle due sostanze sia la più compatibile per le necessità della persona. Il grande punto di confluenza è, appunto, la loro comprovata utilità in ambito medico.

La enorme differenza, invece, risiede nel potenziale psicoattivo: del tutto assente nel cannabidiolo e, invece, presente in varie gradazioni nei prodotti contenenti THC.

 

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