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Quali sono le leggi europee sul cannabidiolo? Un’analisi della situazione nella Comunità Europea, tra vecchi retaggi, spinte del mercato e grandi aperture.

È noto, ormai, il grande boom del mercato della cannabis, una pianta che è stata “riscoperta” negli ultimi anni e che viene impiegata per una molteplicità di usi.

Non tutti i principi attivi della pianta sono, però, considerati alla pari dinanzi alle leggi vigenti nei paesi. La relativa novità della materia, la differenza tra tipi di prodotti, usi e principi attivi e, soprattutto, una generale frammentarietà legislativa hanno fatto sì che si creasse non poca confusione.

Le domande di chi utilizza la cannabis non si sono fatte attendere.

Il CBD è legale ovunque? Posso portare CBD all’estero?

Per capire bene le regole che vigono in Europa e in Italia è bene chiarire alcuni concetti chiave. 

Marijuana è uno dei nomi della sostanza psicoattiva ottenuta dalle infiorescenze delle piante di Cannabis, fatte opportunamente essiccare. Il principio attivo che rende la marijunana una sostanza stupefacente e il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC). Viene in genere associata all’uso a scopo ricreativo, legale in alcuni paesi, illegale in molti altri.

Il cannabidiolo (CBD) è uno dei principi attivi della pianta di cannabis. Non ha effetti stupefacenti, possiede comprovate proprietà rilassanti, antinfiammatorie e antidolorifiche. Il suo ottimo profilo di sicurezza ha fatto sì che il suo impiego venisse permesso in molti paesi. Al momento il cannabidiolo (CBD) viene impiegato per la preparazione di molti prodotti diversi. Le piante di cannabis utilizzate per preparare questi prodotti (o le piante essiccate presenti in commercio) devono avere una percentuale di THC estremamente bassa o nulla. 

Per cannabis terapeutica si intendono quei farmaci a base di cannabinoidi – come il CBD o il THC – che sono stati sviluppati e approvati in un numero ormai consistente di paesi del mondo.

Le concentrazioni dei vari principi attivi (i principali sono il cannabidiolo CBD e il Delta-9-tetraidrocannabinolo THC) contenute nei farmaci a base di cannabis vengono calcolate con estremo rigore. La cannabis rientra, in questo caso, all’interno di percorsi terapeutici attuati a vario scopo in totale accordo con il personale medico. 

 

cbda-la-forma-acida-del-cannabidiolo

 

Il CBD è legale in Europa?

I prodotti con CBD sono venduti liberamente in quasi tutta Europa. A fare eccezione è la Slovacchia, nazione in cui il CBD è ancora ritenuto illegale. È possibile, inoltre, spostarsi all’interno degli stati dell’Unione portando prodotti al CBD. La raccomandazione, come sempre, è quella di acquistare prodotti che siano certificati e che rechino sulla confezione l’esatta percentuale di principi attivi presenti. A livello comunitario la politica agricola comune dell'UE sovvenziona la coltivazione di alcune varietà della pianta di cannabis per usi industriali, a condizione che il loro contenuto di THC non superi lo 0,2 %.

L'UE ha anche diverse direttive e regolamenti che riguardano la vendita di prodotti a basso tenore di THC, comprese le definizioni standardizzate di medicinali, farmaci vegetali, integratori alimentari, cosmetici, sicurezza generale dei prodotti, ecc.

Poiché la classificazione è solitamente decisa dalle autorità nazionali, a seconda del paese, un prodotto a base di cannabis potrebbe essere classificato come medicinale, alimento o prodotto di consumo.

In Italia la legge stabilisce che non è necessaria autorizzazione per seminare i tipi di canapa (indicati in un apposito elenco) che abbiano un contenuto di THC inferiore allo 0,2%. Inoltre la percentuale di principio attivo THC nelle piante, in caso di controllo e analisi, potrà essere considerata all’interno di una sorta di “soglia di sicurezza” che oscilla tra lo 0,2% e lo 0,6% di principio attivo.

 

coffe shop in olanda

 

La Marijuana nella Comunità Europea

La cannabis contenente livelli di THC tali da renderla stupefacente gode di molte meno autorizzazioni in Europa.

Si tratta del cosiddetto “uso ricreativo”, da non confondersi con quello medico.

Al momento la gran parte degli Stati membri dell’UE considerano reato il possesso di marijuana per uso personale ma, al contempo, non applicano il regime di detenzione.

Anche nelle nazioni in cui sarebbe prevista la detenzione per chi viene trovato in possesso di marijuana, le linee guida interne alle forze dell’ordine incentivano a non applicarlo. 

Non si vede all’orizzonte una chiara spinta verso una “legalizzazione comunitaria” della marijuana a scopo ricreativo ma, da anni, ci sono state eccezioni. È il caso dei Paesi Bassi, dove i coffeeshop sono una realtà presente a partire dagli anni ‘70. Si tratta di punti vendita autorizzati dalle autorità locali, in cui è possibile acquistare e consumare marijuana.

 

In un certo numero di paesi europei, gruppi di consumatori hanno formato "social club della cannabis". Nessun governo nazionale in Europa accetta, al momento, questo sistema, a eccezione di alcune regioni della Spagna in cui i social club sono una realtà ormai da anni, accuratamente monitorata dalle autorità.

Lo European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, l’autorità comunitaria che si occupa anche dello status legale della marijuana in Europa, ha pubblicato una guida in cui è possibile conoscere paese per paese lo status legale della cannabis e dei suoi principi attivi. 

Il mercato europeo della cannabis rappresenta il 31% del totale mondiale. Gli ettari di terreno agricolo coltivati con canapa in Europa sono più di 36.000, e le nazioni in cui queste coltivazioni sono maggiormente presenti sono Francia, Paesi Bassi, Lituania e Romania.

Si tratta di un enorme avanzamento nelle dimensioni produttive del settore; basti pensare che solo nel 2011 gli ettari coltivati a canapa in Europa erano poco più di 3.000. In Italia, i terreni agricoli coltivati con la canapa sono sempre di più e seguono il trend europeo. Secondo i dati forniti da Coldiretti, nel 2013, sul territorio italiano, si contavano solo 400 ettari mentre nel 2018 erano ben 4.000. 

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