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Per la Corte di Giustizia Europea il CBD estratto dalla pianta nella sua interezza non è droga.

La notizia arriva dal Lussemburgo, dove la Corte di Giustizia Europea, si è pronunciata su un caso di sequestro, avvenuto in Francia, circa un estratto di CBD importato da un altro Paese.

I giudici hanno riconosciuto il diritto di produrre e commercializzare il CBD, qualora “sia estratto dalla pianta di Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi.”

Leggi la Sentenza qui > SENTENZA DELLA CORTE 

Giacomo Bulleri, avvocato, specializzato nel settore della cannabis medica e industriale, commenta così, dai suoi canali social, la notizia:

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha ritenuto quest'oggi che: gli articoli 34 e 36 TFUE devono essere interpretati nel senso che ostano a una normativa nazionale che vieta la commercializzazione del cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto in un altro Stato membro, qualora sia estratto dalla pianta di Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi".

Resta da valutare, conclude Bulleri nella sua analisi, da ‘valutare l’impatto che questa sentenza avrà sugli Stati Membri e le applicazioni con riferimento alle varie destinazioni di utilizzo lecite degli estratti contenenti CBD’.

Secondo la Corte il cannabidiolo non ha alcun effetto psicotropo e non sembrerebbe provocare alcun danno alla salute, motivo per il quale non può essere ricondotto all’elenco delle sostanze stupefacenti, controllate dalle convenzioni internazionali del 1961 e 1971.

Come nasce il ‘caso’?

La vicenda nasce inseguito ad un procedimento avviato nei confronti di un’azienda che commercializza e distribuisce ricariche per sigarette elettroniche a base di olio di CBD. In questo caso specifico, il CBD è stato prodotto in Repubblica Ceca ed inseguito è stato importato in Francia pe il confezionamento.

Come spiega fuoriluogo.it, la Corte osserva che le disposizioni sulla libera circolazione delle merci all’interno della UE sono applicabili poiché il CBD non può essere considerata una ‘droga narcotica’.

Come già accennato, i giudici sottolineano “che, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, di cui è necessario tener conto, a differenza del tetraidrocannabinolo (comunemente chiamato THC), un altro cannabinoide della canapa, il CBD in questione non sembra avere alcun effetto psicotropo né pare provocare alcun danno effettivo alla salute umana.”

Che cos’è il CBD?

La Canapa o Cannabis, pianta facente parte della famiglia delle Cannabaceae è da secoli utilizzata dalle popolazioni del mondo per i suoi diversi usi: da quelli più controversi, legati alle sue proprietà psicotrope a quelli terapeutici, più vicini all'argomento che tratteremo di seguito.

Parliamo di canapa, perché è proprio da questa pianta che si estraggono diverse molecole/composti chimici chiamati "Fitocannabinoidi". Tra gli oltre 100 Fitocannabinoidi finora identificati, i più conosciuti e maggiormente usati sono il THC e il CBD. Il CBD, a differenza del THC, non ha effetti psicoattivi, al contrario, aiuta a contrastare gli effetti psicoattivi del THC.

Molte persone da anni ormai apprezzano il CBD e i suoi benefici, e diversi studi scientifici stanno portando avanti ricerche sugli effetti e sulle possibili applicazioni. L'interesse da parte della comunità scientifica per il potenziale terapeutico del CBD è sempre maggiore: è già stato utilizzato in diversi studi scientifici, per il trattamento di numerose problematiche di salute.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte espresso la propria posizione a riguardo, affermando che i prodotti a base di CBD non andrebbero inseriti in nessuna tabella. 

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