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Tempi, quantità e necessità. Gli effetti del CBD sul nostro organismo

È una delle domande in assoluto più frequenti quando si parla di cannabidiolo (CBD) e dei prodotti ricavati dalle piante di Cannabis sativa. In quanto tempo si manifestano gli effetti del CBD? La risposta, come è ovvio, è molto ampia. L’importante, però, è fare chiarezza e capire innanzitutto che cosa effettivamente sia il CBD, quali siano i suoi meccanismi d’azione e gli ambiti in cui viene impiegato.

Il cannabidiolo, infatti, viene impiegato sia per un utilizzo “leggero” nel corso della quotidianità che come vero e proprio trattamento da affiancare alla terapia per contrastare alcune patologie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già fatto presente, in apposite pubblicazioni, l’assenza di effetti collaterali negativi del cannabidiolo.

La ricerca scientifica, d’altra parte, continua giorno dopo giorno a chiarire il ruolo dei principi attivi della Cannabis e i suoi effetti sull’organismo umano e animale. Come per qualsiasi sostanza che introduciamo nell’organismo, anche il cannabidiolo farà effetto a seconda delle caratteristiche della persona e delle modalità di assunzione.

Che cos’è il cannabidiolo (CBD)? 

Il CBD è un componente attivo della Cannabis sativa e rappresenta il principale fitocannabinoide della pianta. Tra gli oltre 100 principi attivi presenti è uno dei più conosciuti e utilizzati sia per scopi ricreazionali che medici.

Non ha alcun effetto psicoattivo e, anzi, aiuta a contrastare gli effetti psicoattivi del THC. Da alcuni anni ormai si assiste a un rinnovato interesse per il CBD da parte della comunitá scientifica e medica, soprattutto grazie alla scoperta della sua attività antiossidante, antinfiammatoria, analgesica e neuroprotettiva.

Per quali motivi si utilizza il CBD?

L'interesse da parte della comunità scientifica per il potenziale terapeutico del CBD è sempre maggiore. Da anni, ormai, emergono in maniera molto chiara i benefici che il CBD può comportare in vari ambiti, sia per lenire uno stato di stress temporaneo che per stemperare una condizione di dolore cronico. A ciò si aggiungono i risultati ottenuti nel trattamento di patologie anche molto gravi come, ad esempio, la sclerosi multipla o l’epilessia.

Il potenziale terapeutico del CBD è stato “consacrato” nel 2013, anno di pubblicazione di una revisione degli studi sulla cannabis in ambito medico prodotti fino ad allora. La revisione, pubblicata sul British Journal of Pharmacology e curata dai ricercatori della School of Medical Sciences dell’Università di Aberdeen, in Gran Bretagna, concludeva come la ricerca per comprendere appieno i meccanismi d’azione dei principi attivi della cannabis vada incentivata il più possibile visti i benefici riscontrati. 

Quali sono gli effetti del CBD?

Il rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicato nel 2018 ha evidenziato come il cannabidiolo non comporti effetti rischiosi per la salute umana. Secondo il rapporto dell’OMS il cannabidiolo ha un buon profilo di sicurezza ed è ben tollerato dagli esseri umani e dagli animali. Inoltre, sempre secondo il report, il CBD non ha alcun effetto psicoattivo, non induce dipendenza fisica e non è associato ad alcun effetto negativo sulla salute pubblica.

Il cannabidolo induce una sensazione lieve di relax, dovuta alla sua azione indiretta sul sistema endocannabinoide dell’organismo umano. È per questa azione che i suoi effetti si possono manifestare in una enorme quantità di forme. È il caso della sensazione di dolore cronico - dovuto a un trauma, ad esempio - che il CBD può aiutare a lenire. Nel caso di patologie gravi, invece, il cannabidiolo svolge la sua azione affiancando le normali terapie.

 

È il caso dell’epilessia, patologia sulla quale il cannabidiolo ha dimostrato essere efficace. La Cannabis sativa e il suo principio attivo CBD sono, di fatto, una risorsa multiuso in grado di manifestare i propri effetti in un gran numero di modi. Il CBD può aiutare a regolare e migliorare il ciclo del sonno, a combattere l’ansia e lo stress e, addirittura, l’acne o la psoriasi.

Come si ottengono questi effetti?

Il cannabidiolo (CBD) agisce indirettamente sui recettori del sistema endocannabinoide.
Il cannabidiolo (CBD) nello specifico non agisce su una particolare patologia: è una sostanza "regolatrice" del nostro sistema endocannabinoide. Il cannabidiolo (CBD) modula dei meccanismi che già sono esistenti e in atto nel nostro organismo. In sostanza, nel momento in cui si attua uno squilibrio o uno scompenso nel sistema endocannabinoide, la modulazione provveduta dal cannabidiolo (CBD) - che agisce, ad esempio, sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio - tende a ripristinare l'equilibrio originario. Il cannabidiolo (CBD) comporta una modulazione indiretta di una alterazione del sistema endocannabinoide umano provocata da patologie o traumi. 

Il metabolismo di ognuno di noi gioca, senza dubbio, un ruolo chiave poiché è implicato in una moltitudine di processi fisiologici. La soggettività, in questo caso, è pressoché totale e bisogna tenere conto di molti elementi, tra cui il peso corporeo. I “tempi di effetto” del CBD sono legati, in generale, alle modalità di assunzione.

Le linee di prodotti Enecta offrono molte possibilità per soddisfare le esigenze di chiunque. È possibile scegliere il tipo di prodotto preferito, la concentrazione di principi attivi della pianta di cannabis e, autonomamente, le modalità di assunzione per godere degli effetti del cannabidiolo (CBD) nei tempi più adatti alle necessità di ogni persona.

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