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Le funzioni immunomodulatorie del cannabidiolo (CBD) agiscono sul nostro sistema immunitario col fine di rafforzarlo e di proteggerci. Ma recentemente è stato scoperto che può anche essere d'aiuto nel trattamento di gravi infezioni virali respiratorie come la COVID-19

Il cannabidiolo (CBD), il principio attivo non psicotropo della pianta di cannabis, ha una grande varietà di effetti benefici per l’organismo umano. Molti dei meccanismi d’azione della cannabis avvengono nel sistema immunitario.

I principi attivi della cannabis, fra cui il cannabidiolo, si comportano infatti come immunomodulatori.

Come vedremo, si tratta di una caratteristica che rende il CBD l’ideale per regolare il nostro sistema immunitario o per aumentarne le difese.

Ma questo non è tutto: in quest'epoca caratterizzata da una delle più grandi pandemie mondiali, è stata scoperta un'altra proprietà del CBD che potrebbe giocare un ruolo di primo piano.


Secondo uno studio effettuato presso l'universtità della Georgia, il CBD si è rivelato un componente efficace nel contrastare la tempesta di citochine causata dal Covid-19.

Lo studio dei ricercatori dell’Università di Augusta in Georgia pubblicato su Cannabis & Cannabinoids Research suggerisce che il CBD può avere un impatto positivo sull’ARDS o sulla sindrome da distress respiratorio acuto – un sintomo pericoloso nel COVID-19 causato da una risposta infiammatoria. 

Cosa sono le tempeste di citochine?

Una tempesta di citochine, detta anche ipercitochinemia, è una reazione immunitaria potenzialmente fatale. Consiste in una reazione a catena che coinvolge le citochine e i globuli bianchi, in cui i livelli delle varie citochine sono estremamente elevati.

Si crede che le tempeste di citochine siano state responsabili di molte vittime durante la pandemia di influenza del 1918, che uccise un numero sproporzionato di giovani adulti:[1] in questo caso, un sistema immunitario sano potrebbe aver costituito uno svantaggio.

I ricercatori suggeriscono che il CBD potrebbe essere in grado di aiutare riducendo la produzione di citochine pro-infiammatorie, combattendo la tempesta.

I ricercatori dello studio affermano quindi che il CBD potrebbe svolgere un ruolo immunoterapeutico nel trattamento di gravi infezioni virali respiratorie come la COVID-19, sulla base dei risultati ottenuti durante gli studi.

Qui il link alla pubblicazione:
Cannabidiol Modulates Cytokine Storm in Acute Respiratory Distress Syndrome Induced by Simulated Viral Infection Using Synthetic RNA

cbd e sistema immunitario

CBD e sistema immunitario

La versatilità d’impiego è una delle peculiarità più apprezzate del cannabidiolo (CBD). Questo - è sempre bene precisarlo - non implica che il cannabidiolo sia la panacea per ogni male.

Tuttavia il CBD agisce lì dove avviene uno squilibrio, anche nel sistema immunitario, e aiuta a ripristinare l’equilibrio iniziale. È per questo motivo che l’azione indiretta del CBD sul sistema immunitario può portare a un “innalzamento delle difese” o, al contrario, a una sua parziale soppressione nel caso, ad esempio, delle malattie autoimmuni: alterazioni del sistema immunitario che scatenano risposte immuni anomale a discapito dell’organismo. 

Per interpretare, quindi, gli effetti del cannabidiolo sul sistema immunitario bisogna sempre considerare la condizione di salute di partenza. 

 

Il CBD rafforza o sopprime il sistema immunitario?

Dipende dallo stesso sistema immunitario su cui il cannabidiolo agisce.
In alcuni casi, la ricerca suggerisce che la cannabis possa rafforzare le funzioni immunitarie, come nel caso di quelle persone che lottano con il cancro e l'HIV/AIDS.

A differenza delle malattie autoimmuni, sia il cancro che l'HIV sono invece associati a un progressivo declino delle funzioni immunitarie. Difese ridotte e sistema immunitario debole rendono il nostro corpo non più in grado di lottare contro un’infezione di qualsiasi tipo ed espongono a un rischio molto elevato per la salute. 

Attualmente alcuni studi preclinici hanno indicato chiaramente che i principi attivi della cannabis rafforzano notevolmente la risposta immunitaria in alcuni casi particolarmente gravi, come per le persone che sono affette da cancro o hanno il virus dell’HIV. 

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Uno studio del 2015 ha osservato come i pazienti sieropositivi a cui erano stati somministrati alcuni principi attivi della cannabis, avevano carichi virali inferiori rispetto a quelli del gruppo di controllo.

I pazienti consumatori di cannabis avevano anche un numero più alto di cellule CD4, le cellule immunitarie che contrastano il virus dell'HIV. Il CD4 è un tipo di Linfociti T. Nel 2003, in uno studio condotto dai ricercatori della UCSF (University of San Francisco - California) è stato descritto come i pazienti affetti da HIV/AIDS a cui era stata somministrata cannabis, hanno mostrato un aumento del 20 per cento di Linfociti T.

Questi linfociti sono cellule in grado di cercare, individuare e distruggere gli agenti patogeni: una componente a dir poco fondamentale della nostra risposta immunitaria. 

Dall’altra parte, ci sono malattie e condizioni per cui si attiva una risposta infiammatoria “a sproposito” da parte del nostro sistema immunitario. Si tratta delle malattie autoimmuni, in cui il sistema immunitario comincia ad attaccare il corpo del paziente. 

Un'infiammazione cronica è alla base di molte condizioni, tra cui la depressione, l'ansia, la sclerosi multipla, le malattie neurodegenerative, l'asma, l'artrite, l'allergia, la sindrome dell'intestino irritabile, il diabete, l'obesità e altro ancora.

Il cannabidiolo ha dimostrato in più occasioni di essere utile per coloro che hanno problemi di salute associati a una infiammazione cronica. In questi casi, il cannabidiolo (CBD) è considerato come un’immunosoppressore, in grado di ridurre la produzione di citochine3 e inibendo la funzione dei Linfociti T.

La capacità dei cannabinoidi di rafforzare o sopprimere le funzioni immunitarie aggiunge conferme e invita a ricercare ancora più nel profondo i meccanismi che regolano il sistema endocannabinoide, direttamente coinvolto nella modulazione del sistema immunitario. 

Gli studi fino a ora condotti, preclinici e clinici, e le testimonianze dirette suggeriscono come il cannabidiolo (CBD) possa essere un valido alleato nel caso si volesse agire per rafforzare l proprie difese, sia in funzione terapeutica che preventiva.

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