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Spesso quando si parla di cannabis una delle obiezioni maggiormente mosse riguarda la mancanza di un numero sufficiente di studi scientifici che possano testimoniare le caratteristiche dei cannabinoidi e della pianta nella sua interezza.

Quanti studi sono stati condotti fino ad oggi sulla Cannabis?

Secondo la relazione pubblicata, lo scorso ottobre, sulla rivista Population Health Management, il numero totale di pubblicazioni scientifiche peer reviewed riservate alla cannabis sarebbero circa ventinovemila.

I ricercatori israeliani autori dello studio hanno evidenziato come le pubblicazioni scientifiche sul tema cannabis dal 2000 al 2007 è aumentato di circa 2,5 volte, passando da un numero di 532.664 a oltre un milione, più precisamente 1.282.229.

Gli autori hanno identificato oltre 29 mila articoli scientifici sul tema cannabis, di cui 3.300 dedicati all’utilizzo della cannabis in ambito medico.

Le prime pubblicazioni sul tema cannabis era molto incentrate sui temi ‘psichiatrici’, mentre negli anni 2011 - 13 c’è stato un significativo aumento degli studi nel campo della neurologia e del trattamento del cancro. Con il passare degli anni c’è stato un aumento del numero di pubblicazioni sia su bambini che anziani.

 

Aree di studio

Le aree specifiche con il maggior numero di pubblicazioni sono state l'HIV con 261 pubblicazioni, il dolore cronico 179, la sclerosi multipla 118, la nausea e il vomito 102 ed epilessia 88. Più del 66% delle pubblicazioni erano studi originali.

Più della metà delle pubblicazioni sulla cannabis medica provengono dagli Stati Uniti, a seguire il Canada.

Alla luce di questa tendenza, gli autori prevedono per i prossimi anni un aumento del numero di pubblicazioni sul tema.

Lo Studio su THC e CBD

L’ultima pubblicazione, in ordine di tempo, sulla cannabis riguarda la quantità di THC e CBD presente nelle varietà. La studio realizzato dalla University of British Columbia, in Canada e pubblicata su Scientific Reports afferma che sia all’incirca la stessa.

Sono stati presi in esame trenta tre diversi ceppi di cannabis da cinque produttori autorizzati.

La cannabis sativa L. proviene dall'Asia centrale, è stata utilizzata per migliaia di anni con finalità terapeutiche e ricreative ed i produttori, per realizzare nel tempo piante molto resistenti, hanno concentrato le proprie attenzioni sulla diversità genetica della pianta ma non sul contenuto di THC e CBD.

Da questa premessa lo studio si sviluppa affermando che oggi il mercato presenta varietà di cannabis differenti, con nomi diversi, ma in realtà con una quantità pressoché uguale dei due principali cannabinoidi, quindi le differenze tra i diversi ceppi sarebbero veramente minime.

Il laboratorio guidato da Susan Murch ha scoperto che nonostante tutti i diversi nomi delle varietà, 24 di questi ceppi erano troppo simili nella presenza di CBD e THC per giustificare i loro effetti pubblicizzati in modo così diverso.

"Conoscere solo THC e CBD non è abbastanza, dobbiamo sapere di più sulle altre molecole presenti", ha affermato Murch "non avrei mai pensato che avrei lavorato sulla cannabis, c'è un incredibile potenziale qui per scoprire nuove sostanze chimiche che possono essere utili nel trattamento di vari disturbi, come la gestione del dolore e altre condizioni croniche".

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