CBG: che cos'è il cannabigerolo?
Il Cannabigerolo o CBG, è un fitocannabinoide, che a differenza del THC, non ha effetto psicotropo,...
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Tra i principi attivi della cannabis, il THC (tetraidrocannabinolo) è senza dubbio il più noto, probabilmente uno dei più popolari e certamente il più discusso. Questo perché è un cannabinoide in grado di provocare effetti psicoattivi ed è quindi di fatto una sostanza psicotropa.
Le piante di canapa producono centinaia di cannabinoidi diversi, molti dei quali non hanno alcun effetto psicotropo, come il cannabidiolo (CBD) o il cannabigerolo (CBG), i due cannabinoidi più conosciuti nel mondo della cannabis light e degli estratti.
A differenza di questi ultimi, il THC è un cannabinoide al momento non è legale in Italia, nonostante sia consumato da diversi milioni di italiani.
A dispetto delle polemiche che riguardano la legalizzazione della Cannabis però, bisogna riconoscere che questo principio attivo ha avuto un ruolo molto importante nella storia della ricerca scientifica. Proprio studiando l'interazione del tetraidrocannabinolo con alcuni recettori presenti nel nostro sistema nervoso centrale, infatti, fu scoperta l'esistenza del recettore cb1, di altri recettori endocannabinoidi e più in generale del nostro sistema endocannabinoide. Un sistema necessario per la regolazione di alcune tra le nostre principali funzioni psicologiche, come dormire, mangiare, provare dolore o avere fame.
Il THC è in grado di interagire con i recettori cannabinoidi CB1 e CB2 presenti nel nostro sistema cannabinoide endogeno. Il recettore CB1 si trova nel sistema nervoso centrale, mentre i recettori CB2 soprattutto nelle cellule immunitarie e negli organi del sistema nervoso periferico.
Grazie a questo legame con i recettori, il tetraidrocannabinolo sprigiona i suoi effetti, che possono essere utili in contesti terapeutici per trattare i sintomi di numerose patologie, tra cui l'epilessia o la sclerosi multipla.
Prima parlare dell'utilizzo medico e terapeutico del THC, soffermiamoci su quelli che sono in generale i suoi effetti principali, anche quando il principio attivo viene utilizzato per uso ricreativo.
Cosa succede insomma quando si fuma una canna o si mangia una torta preparata con del THC?
Prima di tutto, è bene ricordare che gli effetti della Cannabis sono temporanei e possono essere più o meno intensi a seconda del livello di THC contenuto nell'erba o nel fumo utilizzati.
Non hanno niente a che fare con la perdita di conoscenza o altri pericolosi effetti provocati dalle cosiddette "droghe pesanti" alle quali la Cannabis Sativa è spesso erroneamente associata.
Ma anche...
In ultimo, tra gli effetti collaterali del THC utilizzato per uso ricreativo, non si può non menzionare l'assunzione della nicotina contenuta nel tabacco che serve a fare una canna e ai danni che può provocare la relativa combustione.
Sia THC che CBD vengono utilizzati in ambito medico per trattare i sintomi di diverse patologie.
Il Ministero della Salute approva e garantisce la distribuzione di cannabis terapeutica tramite l'Organismo Statale per la Cannabis.
La cannabis terapeutica può essere acquistata solo da chi è in possesso di ricetta medica e può essere prescritta solo per determinati disturbi.
Solitamente viene prescritta per alleviare il dolore, per contrastare i sintomi della sclerosi multipla o alleviare dolori cronici provocati dalle lesioni del midollo spinale.
Il THC viene utilizzato per alleviare gli effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia, per trattare le malattie reumatiche o forme gravi di artrite, ma anche contro il glaucoma.
Sia THC che CBD sono ben tollerati e meno invasivi degli oppiacei solitamente utilizzati in alcuni trattamenti farmacologici.
Importante: se oltre al THC, avete assunto una qualsiasi droga o sostanza psicoattiva chimica o se avete esagerato con l’alcool e non vi sentite bene, non esitate a chiamare il 118 per un aiuto tempestivo.
Se invece avete esagerato con la quantità di THC, non temete, passerà entro qualche ora e tutto è sotto controllo.
Potete aiutarvi così:
Consigliamo un'assunzione consapevole, è importante che l'uso non si trasformi mai in abuso.
È il fegato a metabolizzare e scomporre il THC, accumulato nel tessuto adiposo, in tanti metaboliti che si muovono nell’organismo in attesa di essere espulsi.
Esistono diversi modi per rilevare il THC nell'organismo, i metodi principali sono le analisi del sangue e il test delle urine.
Più precisamente, tramite un campione di urine o un prelievo del sangue, vengono rilevati sia il THC che il THC COOH, ossia il principale metabolita che si forma durante la scomposizione del principio attivo.
Se nei risultati positivi vengono rilevati entrambi (THC e THC COOH) è molto probabile che l'assunzione sia recente. Se è presente solo il THC COOH si presume sia trascorso un po' di tempo dall'ultima assunzione.
L' analisi delle urine e le analisi del sangue sono in grado di rilevare il THC fino a 30 giorni dopo l'assunzione del principio attivo.
Lo smaltimento del THC così come la sua assimilazione, dipendono da due fattori sostanziali:
il tipo di metabolismo
· la quantità di THC che siamo abituati ad assumere
Ci ha un metabolismo lento farà più fatica ad eliminare il principio attivo, rispetto a chi ha un metabolismo veloce.
Cosa si può fare affinchè il test risulti negativo?
La verità? Poco e niente. Provare a diluire le urine prima del test o ingerire il giorno prima delle sostanze che promettono di fare miracoli è altamente sconsigliato e può essere pericoloso. Potreste ingerire sostanze dannose e il test risulterebbe comunque alterato o falsato e potrebbe addirittura, paradossalmente, generare dei falsi positivi.
Sicuramente l'attività fisica e una bella sauna per eliminare più velocemente le tossine possono essere utili.
Raphael Mechoulam è un ricercatore e medico israeliano al quale dobbiamo una grande scoperta scientifica: la scoperta del sistema endocannabinoide, che come abbiamo accennato all'inizio, è stata possibile proprio studiando il THC e le sue interazioni con il nostro sistema nervoso.
Fu il primo a intuire che sarebbe stato possibile isolare il principio attivo dalla pianta, proprio come l'oppio era stato isolato dalla morfina.
Dedicò molti anni alla ricerca sulla cannabis sativa, isolandone diverse componenti.
Non senza difficoltà, visto che ai tempi, era complicato reperire una sostanza illegale come la Cannabis e le ricerche si concentravano solo sui suoi effetti collaterali.
Reperire THC in modo sicuro resta ancora oggi un'utopia ma la scienza ha fatto diversi passi avanti e impiega abitualmente il THC in medicina. Probabilmente questo è possibile proprio grazie a Mechoulam, il primo a capire che oltre all'effetto psicotropo, il THC aveva importanti potenzialità terapeutiche, che dovevano essere sfruttate.
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