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Come eliminare il dolore con il CBD: intervista con il dottor Attilio Calvanese

    INDICE

In questo articolo parliamo di come il CBD può essere utile per contrastare il dolore cronico. Vi raccontiamo della nostra live social in cui abbiamo intervistato il dottor Attilio Calvanese, dirigente medico di Cure Palliative e Terapia del Dolore dell’Ospedale San Gennaro di Napoli.

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Il dottor Attilio Calvanese è un esperto in reumatologia e terapia del dolore, ci ha quindi aiutato ad approfondire alcuni temi legati al mondo della cannabis terapeutica. 

In particolare, ci ha spiegato che il CBD rappresenta un nuovo approccio farmacologico con cui trattare il dolore cronico. Abbiamo cercato di capire in quali casi il CBD si dimostra efficace e quali possono essere i suoi campi di applicazione.  

Abbiamo innanzitutto definito che cos’è il dolore, un segnale che il corpo invia per avvisare della presenza di un agente nocivo.

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Quando il ‘segnale’ diventa cronico, il dolore stesso si trasforma in una patologia, che tende a minare la salute di tutto l’organismo, sia a livello immunitario che neuropsicologico.

Come il dottor Calvanese ci ha ricordato, Il dolore è uno dei sintomi più comuni in diverse patologie e si manifesta in diverse forme e intensità.

Può essere: 

  • Dolore acuto: parliamo di lesioni create ad esempio da un taglio, una contusione, una frattura, un’ustione o un trauma. È una condizione temporanea.

  • Dolore cronico: il dolore si manifesta per un periodo di tempo prolungato, interferisce con le abitudini quotidiane di chi deve conviverci, diventa invalidante. Pensiamo a patologie come la sciatalgia, la fibromialgia o l’artrite ma anche al dolore neuropatico, all’emicrania oppure alle patologie oncologiche.

E a seconda della sua intensità il dolore può essere classificato in:

  • Lieve

  • Moderato

  • Grave

  • Molto grave

La Cannabis Sativa, come sottolinea Calvanese, intesa sia nella sua complessità che nelle singole molecole estratte, può essere un prezioso alleato con cui combattere il dolore. 

Tra le molecole più promettenti c’è senza dubbio il CBD, un nuovo approccio farmacologico al trattamento del dolore cronico.

La cannabis in ambito oncologico

Uno dei momenti più interessanti dell’intervista con il dottor Calvanese riguarda l’applicazione della cannabis sativa in ambito oncologico.

Il dottore ci racconta che esistono numerose ricerche, alcune recenti e molto interessanti. 

Ci ha parlato in particolare delle ricerche condotte dai dottori Massimo Nabissi e Marco Falasca all’interno di un percorso iniziato all’Università di Shanghai e proseguito in Italia. 

Si tratta di studi che illustrano le novità terapeutiche per alcune tipologie di cancro, in cui è prevista anche la somministrazione di cannabis sativa e di CBD, con risultati che appaiono sempre più interessanti.

Hanno per esempio scoperto che sia il carcinoma del pancreas che il glioblastoma multiforme, due forme molto aggressive di tumore, esprimono una proteina denominata CBR55. 

Il CBD (cannabidiolo) ha la capacità di intervenire proprio su questa proteina, bloccandola e mandandola in morte cellulare programmata.

Calvanese ci dice con sicurezza che per un paziente oncologico, affrontare un piano terapeutico a base di cannabis può essere vantaggioso e portare diversi benefici. 

Il CBD aiuta a ridurre sensibilmente il dolore e a stimolare l’appetito, che spesso scompare dopo i cicli di chemioterapia e l’abbattimento morale. 

Secondo il parere del dottore, il potenziale della cannabis è enorme e la ricerca sulla cannabis sativa dovrebbe essere potenziata. Bisognerebbe che l’opinione pubblica si abituasse a considerare questa pianta non come sostitutiva, ma come un’importante integrazione alla medicina tradizionale.

Quanto conosci il CBD?

Il CBD è una delle molecole prodotte dalla pianta di Cannabis. Da diversi anni, il CBD viene estratto e utilizzato in ambito terapeutico e in ambito cosmetico. Questo per via delle sue numerose proprietà terapeutiche, ormai validate dalla ricerca scientifica. 

Privo di effetti psicotropi, il CBD è in grado di interagire con il nostro sistema endocannabinoide, responsabile della regolazione delle nostre principali attività fisiologiche. 

È proprio attraverso l’interazione con i recettori presenti nel sistema endocannabinoide che il cannabidiolo si dimostra efficace nel contrastare alcuni disturbi importanti, tra cui il dolore cronico, l’ansia e l’insonnia.

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Come assumere il cannabidiolo?

Il CBD può essere assunto in varie forme, dipende in parte dalle esigenze e dalle preferenze dell’utente.

Tuttavia, il modo migliore per assumere questo principio attivo è sotto forma di oli di CBD.

In commercio esistono oli con diverse concentrazioni di CBD, si va dal 3 al 24%, passando per il 10%, una percentuale ideale per iniziare a sperimentare il principio attivo.

Il CBD può essere assunto anche sotto forma di capsule oppure di cristalli. Per chi vaporizza volentieri, esistono anche delle infiorescenze ad alto contenuto di CBD.

È importante ricordare che in caso stiate assumendo farmaci o abbiate patologie particolare, consultare un medico è d’obbligo prima di iniziare ad assumere CBD. Non va assolutamente assunto in gravidanza o durante l’allattamento.

È fondamentale scegliere solo prodotti certificati e garantiti, di cui conoscete la provenienza.

Noi produciamo oli di CBD al 3, al 10 e al 24% a partire dalle nostre piante coltivate in Abruzzo, completamente prive di pesticidi e metalli pesanti.

Il nostro olio di CBD al 24% è stato utilizzato con successo nell’ambito di una ricerca condotta dal Gaslini di Genova su pazienti molto piccoli affetti da epilessia farmaco resistente.

Sappiamo con certezza che i nostri prodotti sono ben tollerati e presentano effetti collaterali lievi o pari a zero.

Clicca sull'immagine per scoprire tutti i prodotti della nostra categoria dolore.

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Il nostro servizio clienti è attivo per qualsiasi domanda o informazione, a cominciare da un primo approccio al CBD, scrivendo a wecare@enecta.it.

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