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Vincenzo Di Marzo è uno dei maggiori esponenti nel mondo della ricerca sui cannabinoidi.

Direttore di ricerca presso l'Istituto di chimica biomolecolare del consiglio nazionale delle ricerche (ICB-CNR) di Pozzuoli (NA), coordinatore del gruppo di ricerca di endocannabinoidi, Di Marzo è professore associato nel dipartimento di farmacologia e tossicologia presso il Medical College of Virginia, nella Virginia Commonwealth University di Richmond. Dal 2012 è stato nominato professore onorario all'Università di Buckingham, Regno Unito.

La ricerca in Canada

Nel luglio del 2016 il governo federale canadese ha annunciato l’assegnazione a Vincenzo Di Marzo di una cattedra di eccellenza per la ricerca in Canada (Cerc) per svolgere studi sull’asse “endocannabinoidoma-microbioma nella salute metabolica” presso l’Università Laval di Quebec City.

La Cerc è stata la prima nel mondo ad occuparsi di questo argomento di studio, finanziata dal governo canadese e dall’Università Laval, mentre il governo regionale del Quebec ha provveduto alle infrastrutture necessarie.

Lo scopo della ricerca, della durata di sette anni, è quello di concentrarsi nell’analizzare il legame tra il microbioma intestinale e il sistema degli endocannabinoidi, che, quando stimolato, ci induce a mangiare di più e accumulare più grasso.

Questo sistema gioca un ruolo fondamentale nel controllo e nella gestione del metabolismo energetico e la sua attività è modulata da fattori di stress e cambiamenti nella dieta.

Distrofia di Duchenne

Una recente ricerca coordinata dal dottor Di Marzo ha per oggetto la distrofia muscolare di Duchenne, la più frequente patologia muscolare su base ereditaria. Ad esserne colpiti sono principalmente i bambini maschi, uno ogni cinquemila.

L’esordio è precoce e, oltre ai muscoli scheletrici, sono colpiti molti altri organi come cuore, polmoni e cervello. Ancora oggi contro tale patologia non è disponibile una cura.

Il team guidato da Vincenzo Di Marzo, ha scoperto come in un modello animale sia possibile rallentare significativamente il decorso della malattia e recuperare le funzioni motorie perdute mediante quei farmaci in grado di regolare la funzione dei cannabinoidi prodotti dal nostro stesso organismo.

“Con i nostri ricercatori siamo da anni impegnati a studiare il sempre crescente numero di molecole che compongono il sistema degli endocannabinoidi e dei recettori ed enzimi ad esso collegati, da un punto di vista chimico-strutturale e funzionale - racconta Di Marzo in un comunicato stampa diffuso dal CNR -  in molti casi i nostri studi hanno dimostrato come le alterazioni di tale sistema siano associate a varie patologie di ordine neurologico come demenze senili, epilessia, dolore acuto e cronico, e a diverse forme di tumore. Per alcune di esse, poco o per nulla trattabili dal punto di vista clinico, farmaci che agiscono, tra le altre cose, regolando la funzione degli endocannabinoidi stanno avendo un riscontro positivo”.

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