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Come interagisce il CBD con il cervello?

    INDICE

Il CBD svolge un ruolo fondamentale nell'interazione con il sistema endocannabinoide, un complesso sistema lipidico che regola una vasta gamma di funzioni biologiche. Questo sistema comprende funzioni cruciali come umore, apprendimento, memoria, attenzione, sonno, appetito e percezione del dolore. Il sistema endocannabinoide si compone di recettori cannabinoidi di tipo 1 (CB1) e di tipo 2 (CB2), endocannabinoidi ed enzimi metabolici. Sebbene il CBD mostri una bassa affinità per i recettori CB1 e CB2, ne modula l'attività attraverso vari meccanismi indiretti.

Ma in che modo questi meccanismi interferiscono sul cervello?

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Che effetti ha il CBD sul cervello?

Le proprietà neuroprotettive del CBD contribuiscono a preservare la salute neuronale e a prevenire o ritardare la degenerazione neuronale. Come questo studio su CBD e Parkinson evidenzia, i benefici del CBD, in particolare nel migliorare i sintomi motori, sono particolarmente significativi nelle malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer e il Parkinson, note per una perdita progressiva di neuroni.

Il CBD è in grado di esercitare effetti protettivi sul cervello grazie alla sua capacità antinfiammatoria, che gli permette di aiutare a ridurre la produzione delle citochine pro - infiammatorie, alla base dell'infiammazione. Quando usiamo il termine infiammazione pensiamo solitamente ad altre parti del corpo, dimenticando che una condizione di infiammazione cronica nel cervello è un fattore critico in molte condizioni neurologiche, inclusa la depressione, l'ansia e le malattie neurodegenerative. 

Inoltre, il CBD è un ottimo antiossidante e aiuta a proteggere i neuroni dallo stress ossidativo, causato dagli eccessivi radicali liberi, che possono danneggiare le cellule e accelerarne l'invecchiamento, portando a danni neuronali e contribuendo allo sviluppo di malattie neurodegenerative.

Il CBD può influenzare la neurogenesi, il processo di formazione di nuovi neuroni nel cervello, essenziale per la funzionalità e l'adattamento cerebrale e può aiutare a regolare l'apoptosi, il processo di morte cellulare programmata, proteggendo così i neuroni da morti premature.

L'impatto del cannabidiolo sulle funzioni del cervello secondo la ricerca scientifica

Una revisione scientifica sugli effetti del cannabidiolo sul cervello umano ha preso in esame 17 studi scientifici condotti su volontari per verificare gli effetti immediati del CBD sul cervello in persone a riposo o impegnate a svolgere compiti mentali. Nei soggetti sani, il CBD ha migliorato la comunicazione tra parti specifiche del cervello quando erano a riposo, sia rispetto a chi aveva assunto il placebo sia rispetto al THC. Inoltre, il CBD ha influenzato l'attività del cervello in modo positivo durante vari compiti cognitivi, come il trattamento delle emozioni, la memorizzazione di parole, il controllo degli impulsi e l'elaborazione delle informazioni uditive o visive.

Negli individui a rischio di sviluppare problemi di salute mentale e nei pazienti già affetti da disturbi mentali, il CBD ha avuto un effetto intermedio sull'attività cerebrale rispetto al placebo e alle persone sane durante i compiti cognitivi. Inoltre, il CBD ha influenzato l'attività del cervello nei pazienti con ansia e ha modificato i livelli di alcuni metaboliti nei pazienti con disturbi dello spettro autistico.

La revisione si conclude suggerendo che il CBD, quando assunto immediatamente, cambia significativamente l'attività cerebrale e le connessioni tra le parti del cervello, sia quando le persone sono a riposo che quando svolgono compiti mentali.

Un altro studio su CBD e disturbi neuropsichiatrici mette in luce che il cannabidiolo ha potenziali effetti terapeutici su un’ampia gamma di disturbi neuropsichiatrici. Può attenuare i danni cerebrali associati a condizioni neurodegenerative e/o ischemiche e avere effetti positivi sulla riduzione dei comportamenti di tipo psicotico, ansioso e depressivo. i principali meccanismi biochimici e molecolari associati agli effetti terapeutici del CBD, concentrandoci sulla loro rilevanza per la funzione cerebrale, la neuroprotezione e i disturbi neuropsichiatrici il CBD influisce sulla plasticità sinaptica e facilita la neurogenesi.

La plasticità sinaptica è la capacità del cervello di cambiare e adattarsi nel tempo, che attraverso la creazione di nuove connessioni tra le cellule neuronali, e il rinforzo di quelle esistenti, è il  processo che ci permette di imparare nuove cose e di ricordare informazioni.

CBD e infiammazione cerebrale

Uno studio su CBD e malattia di Alzheimer ha studiato le capacità neuroprotettive, antinfiammatorie e antiossidanti del CBD, dimostrando che può ridurre la risposta neuroinfiammatoria e promuovere la neurogenesi. Lo stesso studio evidenzia la capacità del  CBD di  invertire e prevenire lo sviluppo di deficit cognitivi.

Il CBD quindi può agire su diversi percorsi infiammatori nel cervello, aiutando a ridurre la produzione di molecole pro-infiammatorie e a modulare l'attività del sistema immunitario. La sua azione può contribuire a ridurre il danno neuronale associato a eventuali infiammazioni croniche e a rallentare il progresso delle malattie neurodegenerative.

CBD e funzioni cognitive

Secondo questa revisione sistematica sugli effetti del CBD sul cervello, il cannabidiolo ha  migliorato la connessione tra alcune parti del cervello coinvolte nel controllo e nella pianificazione delle azioni, mentre ha ridotto l'attività di altre parti legate alle emozioni durante il riposo, favorendo la riduzione dell'ansia e delle emozioni spiacevoli. Durante i compiti cognitivi, come ascoltare suoni o guardare facce spaventose, il CBD ha influenzato l'attività cerebrale in modo diverso, aumentando l'attivazione in alcune regioni e riducendola in altre. Ad esempio, ha aumentato l'attività quando si ascoltavano suoni migliorando le prestazioni, ma ha ridotto l'attività quando si guardavano volti spaventati, aiutando a ridurre la sensazione di paura. Inoltre, ha cambiato la connessione tra alcune parti del cervello durante l'elaborazione di emozioni intense o di stimoli importanti.

CBD e memoria

Sempre lo stesso studio, ha analizzato gli effetti del CBD durante un compito di memoria. Il CBD ha avuto un effetto positivo sulla memoria durante un compito che consisteva nel ricordare delle parole. Ha reso più attivo uno specifico pezzetto del cervello coinvolto nella memoria, chiamato "striato", una parte del cervello coinvolta nel controllo dei movimenti volontari e nel processo decisionale. Ha un ruolo importante nel sistema di ricompensa del cervello e nell'apprendimento delle abitudini, nella memoria e nella motivazione.

Anche la capacità di favorire la plasticità sinaptica, citata qualche paragrafo fa, è un processo utile alla memoria. La plasticità sinaptica infatti, è essenziale per la memoria perché consente al cervello di memorizzare e recuperare informazioni. Quando impariamo qualcosa di nuovo, come una parola o un concetto, il cervello crea nuove connessioni tra i neuroni coinvolti in quel processo di apprendimento. Queste connessioni diventano più forti ogni volta che ripetiamo l'informazione o la usiamo in qualche modo. La plasticità sinaptica ci consente di consolidare le nostre memorie e di richiamarle quando ne abbiamo bisogno.

Il cannabidiolo nell'ADHD

Gli studi sull'uso della cannabis per trattare l'ADHD si concentrano soprattutto sugli adulti. Alcuni casi studio e ricerche osservazionali hanno mostrato miglioramenti nel sonno, nell'umore, nell'impulsività e nella concentrazione negli adulti con ADHD dopo aver usato cannabinoidi.

Un interessante studio sperimentale randomizzato su ADHD e cannabidiolo ha coinvolto 30 adulti con ADHD che non stavano assumendo altri farmaci. In questo studio, alcune persone hanno ricevuto un farmaco a base di CBD, il Sativex,  per 6 settimane, mentre altre persone hanno ricevuto un placebo.

L'obiettivo principale dello studio era capire se il trattamento con Sativex avrebbe migliorato le prestazioni cognitive e avrebbe ridotto l'iperattività e l'impulsività. Il risultati dello studio hanno evidenziato che le persone che avevano preso il Sativex mostravano una riduzione dell'iperattività, dell'impulsività e un miglioramento nella capacità di concentrazione rispetto a quelle che avevano preso il placebo.

CBD e disturbi del sonno

Anche il sonno è un'area di interesse del CBD nel contesto neurologico. Diversi studi su CBD e disturbi del sonno evidenziato che il CBD si rivela utile nel migliorare la qualità del sonno e ridurre i disturbi del sonno come l'insonnia, l'apnea notturna e i risvegli frequenti.


Ancora una volta, è la sua interazione con il sistema endocannabinoide e altri sistemi neurochimici coinvolti nella regolazione del sonno e del risveglio, che gli permettono di essere utile in modo naturale, senza farmaci per dormire che potrebbero causare dipendenza o effetti collaterali indesiderati.

CBD e tono cannabinoide

Il cannabidiolo agisce in modo indiretto sul sistema endocannabinoide, impedendo la degradazione dell'amigdala e prolungandone l'azione. Questo fa sì che il sistema endocannabinoide aumenti il suo tono rimanendo attivo più a lungo. L'aumento del tono endocannabinoide può essere cruciale, alcune patologie come il disturbo post traumatico da stress o la fibromialgia infatti, sono spesso associate a una sua carenza. Un tono endocannabinoide potenziato significa ha una soglia del dolore più alta, un equilibrio sonno veglia migliore e un tono dell'umore più equilibrato e positivo.

Il CBD come farmaco antiepilettico

Come sapete, Epydiolex, un farmaco a base di CBD, è stato approvato dalla FDA (Food and Drugs Administration) come trattamento per l'epilessia e al momento rappresenta un'alternativa sicura ed efficace in tutti i casi di epilessia farmaco resistente o un'alternativa ai farmaci antiepilettici tradizionali, che a lungo termine possono causare effetti collaterali indesiderati.  Uno studio condotto su bambini con autismo ha mostrato che quasi la metà di loro ha avuto miglioramenti significativi nell'ansia dopo aver assunto CBD per oltre due mesi. 

Concludendo, il CBD è una risorsa naturale da non sottovalutare per il benessere cerebrale. Le sue molteplici azioni sul cervello, che includono la modulazione della plasticità sinaptica e la facilitazione della neurogenesi, offrono un potenziale significativo per favorire un migliore equilibrio cognitivo ed emotivo.

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