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Il CBD è dimostrato essere efficace sui sintomi della Sindrome di Dravet. Un approfondimento sulla storia e sulle terapie a base di CBD.

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La Sindrome di Dravet è un’encefalopatia epilettica che insorge entro i primi dodici mesi di vita. La Sindrome (anche chiamata epilessia mioclonica severa dell’infanzia) è un’encefalopatia epilettica refrattaria, che comporta infatti una grave forma di epilessia farmaco resistente.

È associata a diversi altri disturbi come la difficoltà del linguaggio, il ritardo psicomotorio, i problemi ortopedici e della deambulazione, i disturbi del sonno e varie problematiche comportamentali. È stata descritta la prima volta in tempi molto recenti: nel 1978.

Classificata come malattia rara, per la quale non esistono medicinali specifici si presenta con una prognosi grave e per un ritardo psicomotorio ingravescente. Un bambino ogni 20/30 mila circa viene colpito da questa terribile malattia. Nonostante una migliore conoscenza della malattia durante l’ultima decade, la Sindrome di Dravet rimane una malattia rara. 

La sindrome può provocare decine di crisi epilettiche al giorno, che mettono a dura prova l’organismo sotto ogni punto di vista.

La sindrome di Dravet è stata una delle patologie sulle quali è stato dimostrato che la cannabis ad alto valore di CBD, un cannabinoide privo di effetti psicotropi, è efficace nel ridurre sia la frequenza che l’intensità delle crisi. 

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La possibilità di impiegare il CBD

Uno degli studi che per primi avevano evidenziato i benefici del cannabidiolo nel ridurre il numero di crisi era stato condotto da Orrin Devinsky, direttore del New York University Langone Comprehensive Epilepsy Center.

Centoventi pazienti dai 2 ai 18 anni hanno ricevuto una soluzione orale di CBD e un gruppo di controllo ha ricevuto una soluzione placebo. I pazienti che hanno assunto il CBD hanno mostrato, in un mese, una riduzione delle crisi epilettiche di circa il 50%, al contrario del gruppo placebo che ha mostrato una riduzione minima.

Nello specifico per via di effetti collaterali, quali vomito, febbre, diarrea, otto pazienti si sono ritirati dalla sperimentazione mentre in cinque le convulsioni si sono ridotte addirittura a zero.

Il CBD si presentava da tempo come un potenziale farmaco nella categoria degli antiepilettici. Già nel febbraio del 2016 uno studio condotto da un team di scienziati israeliani mostrava le potenzialità del cannabidiolo.

La ricerca era stata condotta su 74 adolescenti affetti da una forma grave di epilessia, per circa tre mesi. 

CBD e Sindrome di Dravet: le conferme

Il caso simbolo che ha posto al centro dell’attenzione il tema epilessia - CBD è quello di Charlotte, una bambina di 3 anni affetta da 600 crisi epilettiche al giorno.

Gli effetti del CBD su Charlotte furono immediati tanto da ridurre drasticamente le crisi epilettiche.

Ciò ha portato ovviamente uno straordinario aumento della qualità della vita di Charlotte e della sua famiglia. L’auspicio è che la ricerca e lo studio sull’efficacia del CBD in questo tipo di malattie prosegua in maniera consistente per aiutare i bambini affetti dalla Sindrome di Dravet.

È stato così, grazie alle continue dimostrazioni d’efficacia, che GW Pharmaceuticals, nel 2016, ha annunciato che il composto sperimentale Epidiolex (cannabidiolo - CBD) era stato in grado di raggiungere terminare con successo uno studio clinico di Fase III condotto su bambini affetti da sindrome di Dravet (DS).

Il trattamento si è dimostrato in grado di ottenere, rispetto al placebo, una significativa riduzione delle crisi convulsive provocate dalla malattia. Poco dopo, l’Epidiolex è diventato un farmaco disponibile a tutti gli effetti. Consiste in formulazione liquida a base di cannabidiolo (CBD). 

Varie associazioni sono disponibili per fornire tutte le informazioni possibili sull’impiego di cannabidiolo per intervenire sui sintomi della sindrome. La malattia, infatti, condiziona la vita di intere famiglie.

Negli ultimi anni, diverse organizzazioni si sono riunite nella Federazione europea della sindrome di Dravet (DSEF) e lavorano insieme per migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.

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