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Cosa c’è da sapere sulla cannabis terapeutica

    INDICE

In Italia i medici possono prescrivere preparazioni magistrali contenenti sostanze attive vegetali a base di cannabis per uso medico che devono essere preparate in strutture preposte.

Le infiorescenze per le preparazioni galeniche sono prodotte dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.

Come previsto dal Decreto Ministeriale del 9 novembre 2015 la prescrizione di cannabis “a uso medico” in Italia è limitata al suo impegno “per il dolore cronico e quello associato a sclerosi multipla oltre che a lesioni del midollo spinale; per la nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; per l’effetto ipotensivo nel glaucoma;per la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette”.

Quali sono le principali molecole che producono l’effetto farmacologico?

THC e CBD sono i due principali cannabinoidi presenti nella Cannabis.

Il THC fu isolato e sintetizzato per la prima volta negli anni 60’ da Raphael Mechoulam, “il medico della Cannabis”, israeliano, è stato tra i primissimi scienziati a studiare la Cannabis e le sue potenzialità.

Il THC è comunemente riconosciuto come il responsabile dell’effetto psicotropo che si sviluppa nel consumo di Cannabis.

Il THC, infatti, stimola il cervello che rilascia la dopamina da cui scaturisce un effetto di euforia e benessere.

Nel 1985, però,  la “Food and Drugs Administration” riconosce la sua capacità terapeutica, sviluppando un farmaco, il dronabinol, sviluppato dall’Unimed Pharmaceuticals su finanziamento dell’istituto nazionale sul cancro.

Il CBD  è un componente attivo della Cannabis Sativa e rappresenta il principale Fitocannabinoide presente nell'intero complesso vegetale che contiene centinaia di sostanze chimiche ed oltre 70 Fitocannabinoidi, alcuni dei quali ancora poco esaminati.

Da alcuni anni ormai assistiamo ad un crescente interesse per il CBD da parte della Comunità Scientifica e Medica, soprattutto grazie alla scoperta della sua attività antiossidante, antinfiammatoria, analgesica e neuroprotettiva.

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Per quali patologie viene utilizzata la Cannabis?

Sebbene la ricerca scientifica sull’utilizzo della cannabis e dei suoi estratti sia solo agli inizi, abbiamo già studi che evidenziano l’efficacia degli estratti di cannabis in alcune patologie.

Parliamo ad esempio di Sclerosi Multipla e di uno studio condotto dall’Università di Catania dove sono stati presi in esame circa 1500 pazienti provenienti da diversi centri dedicati al trattamento di questa patologia .

Ai pazienti è stato somministrato CBD sotto forma di spray. Dopo il primo mese di trattamento, il 61,9% dei pazienti ha registrato un miglioramento della spasticità, quantificato in una percentuale superiore o uguale al 20%.

Dopo sei mesi di trattamento si registra un ulteriore miglioramento della spasticità nel 40 % dei pazienti, che passa dal 20% al 30%.

Inoltre i sintomi associati alla spasticità come crampi e spasmi notturni sono migliorati nella maggior parte dei pazienti.

La conclusione a cui i ricercatori giungono è che la cannabis ed i suoi estratti potrebbero rappresentare un’opzione terapeutica nella gestione della spasticità nella sclerosi multipla resistente al trattamento, un sintomo che spesso veniva trascurato ma che incideva sulla qualità della vita del pazienti

E’ possibile guidare dopo aver assunto cannabis terapeutica?

Secondo il Decreto Ministeriale  “i soggetti in terapia inoltre, dovrebbero essere esentati dalla guida di veicoli o dallo svolgimento di lavori che richiedono allerta mentale e coordinazione fisica per almeno 24 ore dopo l’ultima somministrazione con cannabis per uso medico.” 

Come si può osservare non viene esplicitato in maniera chiara un divieto, ma si preferisce presentarlo più come una raccomandazione,non esistendo una legge precisa sui pazienti che assumono cannabis terapeutica.

Il paziente può portare con sé la cannabis terapeutica?

Citando sempre il DM 9/11/2015 nel momento in cui la cannabis terapeutica viene acquistata, il farmacista è obbligato a fornire una copia della ricetta timbrata, prezzata, datata e firmata.

Questo serve a rendere dimostrabile il fatto che che si sta utilizzando cannabis con finalità terapeutica.

 

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