- non sono medicinali
- sono ottenuti da varietà di canapa iscritte nel Registro Comune Europeo e nel rispetto degli altri requisiti previsti dalla l. 242/2016;
- sono destinati ad un uso cosmetico non orale;
- sono stati regolarmente notificati nel Portale Europeo dei Prodotti Cosmetici (CPNP).
Bastia Umbra, quale futuro per la Cannabis Terapeutica?
INDICE
Si è tenuto nel weekend a Bastia Umbra, presso la sede della locale Usl il convegno “Cannabis Terapeutica, stato dell’arte, applicazioni e possibili sviluppi” organizzato dall'Associazione No Profit Canapamo,cui hanno preso parte dottori, relatori e pazienti provenienti da tutta Italia.
Nell’affollata sala si sono susseguiti gli interventi, molti dei quali riepilogativi sui progressi che sono stati portati avanti e su quelle che sono le aspettative per il 2018.
Uno dei punti principali resta l’approvvigionamento della Cannabis per i tanti pazienti sparsi sulla penisola, molti dei quali costretti a rivedere le proprie cure proprio a causa della scarsa quantità di Cannabis presente in questo momento in Italia.
Proprio su questo aspetto ha insistito il dottor Marco Bertolotto, Direttore centro terapia del dolore e cure palliative dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure di Savona che oltre a parlare dell’applicazione della Cannabis nella Terapia del dolore neuropatico, ha sottolineato come il nuovo anno debba essere l’anno in cui si riesca a dare risposte concrete ai pazienti, anche se l’imminente futuro non sembra prospettare risposte certe in tal senso.
Il dottor Massimo Nabissi del gruppo di ricerca di Patologia Generale ed Immunologia dell’Università di Camerino ha spiegato il lavoro che è stato svolto negli ultimi anni sulle attività antitumorali dei cannabinoidi e delle prospettive per sinergismi terapeutici.
Senza illudere e/o dare false speranze, i Cannabinoidi non sono la bacchetta magica alla malattia tuttavia i primi risultati sono molto interessanti, perché il 50% dei casi esaminati durante gli studi preclinici hanno mostrato un allungamento della vita medio di quattro mesi grazie ad una giusta combinazione di THC e CBD.
Tuttavia studi clinici non sono stati ancora compiuti ma, come ha sottolineato lo stesso Nabissi, maggiori investimenti, creare Report clinici, aumentare il volume degli studi, potrebbe portare nel prossimo futuro ad ottenere risultati molto importanti.
Un concetto che Nabissi ha espresso che merita di essere sottolineato riguarda il benessere del paziente, cioè quando non è possibile migliorare le condizioni cliniche del paziente è possibile aumentare il proprio benessere e in questo senso i cannabinoidi possono rivelarsi un ottimo alleato.
Una menzione speciale per l’intervento dell’avvocato Maria Assunta Vispi, portavoce dei pazienti, rappresentante del gruppo pazienti fibromialgico umbro, che ha testimoniato le condizioni in cui vivono le tante persone che usano la Cannabis per curarsi, la cui irreperibilità resta il problema principale a cui dare risposta.