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La crisi Covid-19 ha imposto cambiamenti radicali nelle nostra vite, e questo si rifletterà per forza di cose nelle nostre città e nel modo in cui torneremo a viverle.
Alcune città, ad esempio, stanno iniziando a considerare un sostanziale miglioramento delle piste ciclabili.
Ecco perché ha senso.

Quasi la metà della popolazione mondiale è stata sottoposta a limitazioni negli spostamenti e sta ricominciando proprio in questi giorni ad avere, sempre nel rispetto dei limiti imposti dalle politiche dei rispettivi governi, margini di spostamento maggiori.
Crediamo comunque che il modo migliore per tenerci a distanza di sicurezza dagli altri quando ci muoviamo sia camminare oppure andare in bicicletta.

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Molti esperti considerano le due ruote come un modo sicuro per evitare gli affollati sistemi di trasporto pubblico, e i cittadini di diverse città del mondo sembrano concordare.

In tutto il mondo sono diverse le città  che stanno aprendo piste ciclabili temporanee, sia perchè la pandemia ha ridotto sensibilmente il traffico automobilistico e sia perchè le persone sono tuttora riluttanti ad utilizzare anche i mezzi pubblici. Budapest ad esempio prevede di espandere rapidamente la propria rete ciclabile sviluppando una strategia per l'espansione dell'utilizzo delle biciclette come mezzo principale per lo spostamento all'interno della capitale, creando così condizioni sicure e confortevoli anche nel caso di un traffico stradale ridotto.

A New York, l'utilizzo delle bici è aumentato del 52% dopo la messa in atto dei protocolli di distanziamento sociale. A Chicago, l'uso del bike sharing è raddoppiato all'inizio di marzo.
A Dublino e Londra, i sostenitori della prima ora delle due ruote stanno offrendo supporto ai nuovi ciclisti che scendono in strada in quantità sempre maggiore.
La capitale colombiana di Bogotà sta aprendo 76 km di piste ciclabili temporanee per ridurre l'affollamento dei trasporti pubblici e aiutare a prevenire la diffusione del Covid-19, nonché a migliorare la qualità dell'aria.

Rende più facile e veloce il reperimento di cibo e medicine per le famiglie senza auto o per coloro che sono messi in quarantena a casa. Aiuta le persone a non effettuare spostamenti in auto, evitando l'inquinamento atmosferico e rendendo più fruibile il trasporto pubblico per coloro che ne hanno assolutamente bisogno.

Inoltre, reti ciclabili di emergenza potrebbero essere costruite in maniera rapida ed economica, usando segnaletiche verticali temporanee, facili da installare e rimuovere.

Durante la crisi e nel periodo di ripresa sociale, questa rete aiuterebbe a mantenere i cittadini attivi e in salute, dove le restrizioni locali lo consentono. Oltretutto, è anche una modalità di movimento e attività fisica totalmente gratuita da usare - ancora più preziosa nel bel mezzo di una crisi economica globale.
Una volta implementate queste nuove modalità di mobilità urbana, sarebbe poi una scelta della comunità quella di mantenere o meno la nuova infrastruttura.

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Come successo durante la crisi petrolifera, sindaci, governatori e istituzioni varie hanno hanno dato risposte diverse alle esigenze di mobilità delle persone.

È incoraggiante vedere molti governi riconoscere e valorizzare il ruolo della bicicletta: Colombia, Regno Unito, Olanda, Stati Uniti, Messico, Germania.

Il ciclismo, già popolare nelle città cinesi, è aumentato in Cina come altrove. Sono molti cinesi hanno cambiato abitudini passando al ciclismo. Nella sola Pechino, i sistemi di bike sharing hanno visto un aumento degli utilizzi del 150%.

Inoltre, le società di bike sharing hanno rilevato che i viaggi in media superavano i tre chilometri, cosa rara prima del COVID-19, quando i viaggi più lunghi venivano generalmente effettuati in auto o con i trasporti pubblici.
Al di là dei timori di infezione, è anche probabile che il massiccio calo del traffico automobilistico durante la quarantena abbia reso la bicicletta una scelta più attraente e molto più sicura.

Sfortunatamente non tutte le nazioni sono sulla stessa lunghezza d'onda.
Francia e Spagna, due delle nazioni europee più colpite dal Covid-19, si trovano in una situazione differente, avendo vietato il ciclismo ricreativo nel tentativo di contenere la diffusione del virus.
In Francia, le persone sono soggette a limiti di due chilometri dall'abitazione per l'esercizio fisico, e non è chiaro se sia consentito pedalare per spostamenti necessari.

In Italia, è consentito solo il ciclismo per spostamenti necessari e per l'attività fisica, purché le persone si trovino a un metro di distanza. In Spagna, il ciclismo nel tempo libero è stato oggetto di sanzioni.

Le piste ciclabili e i percorsi pedonali rendono i trasporti più resistenti e più equi.
Sono immuni ai prezzi del petrolio e abbastanza resistenti agli agenti atmosferici e ai virus estremi. Non discriminano per reddito, genere o razza. Hanno infinitamente più senso delle strade fiancheggiate da parcheggi privati ​​sovvenzionati dal pubblico. Inoltre, senza di loro abbiamo una piccola speranza di affrontare l'altra crisi globale: i cambiamenti climatici.

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Enecta ha sempre sostenuto questa pratica salutare e sostenibile, promuovendo il ciclismo e la vita sana attraverso l'evento Enecta Bike Tour, una manifestazione sportiva dal valore sociale, culturale e didattico.

Sviluppato su due giorni, durante i quali si percorrono circa 160 km, non ha le caratteristiche di una vera e propria gara, bensì quelli di una pedalata ciclo-turistica.
E' organizzata in Abruzzo, nella provincia dell’Aquila, dove sorgono i campi di Cannabis sativa L. in cui opera GreenValley, azienda agricola partner di Enecta.

Enecta propone e supporta questo evento con le seguenti finalità:

  • Promuovere uno stile di vita sano attraverso lo Sport, in questo caso la bicicletta, che abbinata al CBD contribuisce ad accrescere il benessere della persona.
  • Promozione del territorio, le aree interne dell’Abruzzo, contribuendo concretamente a sostenere le strutture alberghiere e commerciali presenti sul territorio.
  • Maggiore conoscenza sul mondo della Cannabis attraverso le visite ai campi e le opportunità economiche, occupazionali e sociali che questi investimenti hanno prodotto.

Potrebbe esserci quindi un altro aspetto positivo che possiamo trarre dalla tragedia di questa pandemia: un modo nuovo per trasformare il modo in cui viaggiamo e ci spostiamo nelle nostre città, ripulendo la nostra aria e migliorando la nostra salute e dando un pratico contributo al miglioramento climatico.

In questo momento, abbiamo un'incredibile opportunità di reinventare il futuro delle nostre città!

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