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CBD e gravidanza, si può assumere cannabidiolo?

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Sempre più donne ne fanno uso, sia in gravidanza che durante l’allattamento. Il CBD è sicuro per le donne incinte?

Marjuana in gravidanza, un tema che racchiude due ambiti di ricerca estremamente delicati: quello sulla salute in gravidanza e quello sugli effetti della cannabis sull’essere umano.

La possibilità di usare il CBD (cannabidiolo) durante la gravidanza fa emergere immediatamente domande sul rischio di possibili effetti collaterali o problemi di salute a breve e lungo termine per le donne incinte e per il feto. Allo stesso tempo, gli oli di CBD e i vari estratti di canapa hanno iniziato a essere impiegati da un intero fronte di donne incinte che scelgono di beneficiare degli effetti che il cannabidiolo ha sull’organismo umano, in primis per alleviare il dolore o la nausea.

 

CBD in gravidanza: un fenomeno in crescita

Nonostante ci sia, per il momento, una totale assenza di studi clinici a lungo termine che indaghino il rapporto tra cannabis e gravidanza, l’uso di marijuana tra le donne incinte o in allattamento è in crescita. Secondo uno studio condotto dal Kaiser Permanente Northern California - un consorzio di realtà che operano nell’ambito della salute - in California l’uso di cannabis in gravidanza è raddoppiato tra il 2009 e il 2016. 

Il motivo di questo successo si basa su una serie crescente di testimonianze aneddotiche da parte di madri che hanno utilizzato il cannabidiolo per alleviare alcuni dei disturbi più comuni che possono avvenire in gravidanza.

Circa il 3% delle donne incinte, infatti, si ritrova in una condizione di forte sofferenza a causa di una nausea estremamente forte e ricorrente. È in questi casi che l’uso del cannabidiolo ha iniziato a essere considerato, grazie alle sue comprovate qualità antiemetiche. In parallelo, uno studio datato 2010, condotto dai ricercatori del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dello University College Hospital di Galway, in Irlanda, aveva avanzato l’ipotesi che il cannabidiolo potesse essere d’aiuto nell’alleviare i dolori provocati dalle contrazioni muscolari. 

 

Il futuro dell’utilizzo di CBD durante la gravidanza

È difficile stabilire quale sarà il futuro di questo particolare impiego del cannabidiolo. In questo momento molte donne, in particolare negli Stati Uniti, continuano a riportare i benefici del CBD sulla propria condizione. A fare loro da eco e da portale informativo è un portale come CannaMommy che da anni fornisce supporto e le più recenti informazioni sui progressi della scienza in questo particolare ambito. Le cose fondamentali, al momento sono due: assumere sempre e solo un olio di CBD estratto da piante di canapa certificate e prive di pesticidi e metalli pesanti; e, ancor più importante, non fumare mai in gravidanza. La raccomandazione di evitare assolutamente il fumo è valida sia per quanto riguarda le sigarette che per le foglie essicate di qualsiasi pianta.
Le sostanze chimiche sprigionate dalla combustione sono altamente nocive sia per la madre che per il feto.

Mentre la ricerca scientifica si spinge sempre più avanti per fare luce sul profilo di sicurezza del CBD in gravidanza, chiunque consideri l’impiego di cannabidiolo può rivolgersi al proprio medico, per valutare un suo utilizzo con serenità e con le corrette informazioni. 

 

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