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La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, cioè con lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Nel mondo si contano circa 2,5-3 milioni di persone con SM, di cui 600.000 in Europa e oltre 118.000 in Italia.

Colpisce in numero maggiore le donne, in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini, ed esordisce per lo più tra i 20 e i 40 anni. I sintomi e il decorso della malattia variano da persona a persona.  

Fino a 20 anni fa era considerata una malattia misteriosa, difficile da diagnosticare e da curare, oggi la Sclerosi Multipla fa meno paura, grazie al progresso scientifico che ha introdotto tecnologie che permettono una diagnosi precoce e protocolli terapeutici sempre più efficaci.

Un punto sui risultati della ricerca è stato fatto in occasione del Congresso Scientifico Annuale della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism), che si è tenuto a Roma nel maggio 2018.

Gli studi su Cannabis e Sclerosi Multipla

Lo studio condotto dall’Università di Catania ha preso in esame 1500 pazienti provenienti da diversi centri specializzati nel trattamento della Sclerosi Multipla, a cui è stata somministrata Cannabis sotto forma di spray.

Dopo il primo mese, il 61,9% dei pazienti ha mostrato un miglioramento della spasticità tale da spingere il paziente a continuare con il trattamento. Dopo 6 mesi, un miglioramento clinicamente significativo maggiore o uguale al 30% è stato registrato nel 40,2% dei pazienti.

Sintomi associati alla spasticità come crampi e spasmi notturni sono migliorati nella maggior parte dei pazienti.

Lo ricerca sostenuta dall’AISM

L’efficacia della cannabis terapeutica nella riduzione della spasticità è sostenuta da uno studio multicentrico pubblicato su Lancet Neurology da un gruppo di ricercatori italiani, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Italiana di Ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica.

I ricercatori hanno reclutato 59 pazienti sopra i 18 anni affetti da sclerosi laterale amiotrofica con evidenti sintomi di spasticità.

Lo studio è stato condotto in ‘doppio cieco’, medici e pazienti non sapevano chi era in trattamento e chi in placebo.

Per sei settimane ai pazienti sono stati somministrati cannabinoidi, THC e CBD, negli stessi quantitativi, sotto forma di spray. Ogni paziente poteva accedere liberamente a massimo 12 spruzzi giornalieri.

Al termine dei sei mesi, i pazienti che hanno assunto il farmaco cannabinoide hanno mostrato un significativo miglioramento dei sintomi legati alla spasticità rispetto ai pazienti trattati con placebo.

"Lo studio - afferma il dottor Giancarlo Comi - ha documentato una riduzione del dolore causato dalla rigidità e dagli spasmi, e una migliore qualità del sonno".

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Il trattamento inoltre "è stato abbastanza ben tollerato: nessuno l'ha interrotto" se non temporaneamente, "non ci sono stati eventi avversi gravi e gli effetti collaterali sono stati molto modesti in termini di spossatezza, vertigini e sonnolenza".

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