Le linee cosmetiche ispirate alla natura stanno diventando un trend molto diffuso nel mondo beauty e skincare. Anche se tantissimi brand comunicano messaggi vicini alle nuove tendenze della bellezza naturale, non tutte le formulazioni e le linee cosmetiche possono davvero considerarsi così attente alla purezza degli ingredienti.
Vediamo adesso insieme una mini-guida utile a riconoscere i cosmetici da considerare naturali per davvero, i benefici che donano e quali sono le piante e gli ingredienti più utilizzati nelle formule cosmetiche di creme e balsami a prova di laboratorio.
I criteri fondamentali per affermare che un prodotto può essere considerato un cosmetico naturale, o fitocosmetico, sono essenzialmente tre, e questi criteri devono essere presenti contemporaneamente all’interno della formulazione.
Il primo criterio riguarda l’origine degli ingredienti utilizzati per la composizione. Si tratta di ingredienti propriamente vegetali o derivati dalla lavorazione di materie prime vegetali. Tuttavia, essendo gli ingredienti naturali di natura deperibile o difficilmente compatibili fra di loro come semplice miscela, una dose di conservanti, emulsionanti e tensioattivi è sicuramente riscontrabile all’interno delle formulazioni naturali. Come considerare allora questa possibilità nella definizione di un cosmetico?
Qui ci viene in aiuto il secondo criterio, cioè la prevalenza. Per essere davvero sicuri che un prodotto cosmetico sia naturale dobbiamo controllare che la maggior parte degli ingredienti a base vegetale siano presenti in quantità che superino quelle degli ingredienti di sintesi all’interno del cosmetico. Questo serve anche a garantire che la quantità di principio attivo naturale assicuri l’efficacia cosmetica promessa. Ma quali quantità bisogna considerare? In che percentuale? Purtroppo, non esiste una legislazione in merito. Dobbiamo considerare infine che non sempre gli ingredienti naturali sono efficaci per l’utilizzo che se ne vuol fare. Ad esempio, le formulazioni degli shampoo richiedono quantità di prodotti di sintesi maggiori rispetto a quelle di un olio corpo, in quanto in natura è più comune trovare elementi idratanti ed elasticizzanti tipici di un olio corpo.
Ultimo criterio da prendere in considerazione è quello della non-pericolosità degli ingredienti. Per quanto sia inevitabile inserire componenti di sintesi chimica all’interno dei cosmetici, è necessario (e questa volta obbligatorio per legge!) che tutti i prodotti per la cura della persona non contengano sostanze tossiche o dannose per la salute di chi le usa. In generale, i prodotti non devono alterare l’equilibrio fisiologico della pelle per permettere al corpo di continuare a funzionare correttamente, aiutandolo a proteggersi dagli agenti esterni o a migliorare lo stato di salute della pelle.
I vantaggi di scegliere cosmetici naturali sono molteplici. Vediamo ne insieme alcuni:
Le piante e gli ingredienti naturali utilizzati nella cosmesi sono circa 5000 in tutto il panorama beauty. Qui vi presentiamo gli ingredienti più utilizzati e vi spieghiamo perché sono così diffusi ed efficaci.
Dopo decenni e decenni, il mondo legato alla canapa si è tolto di dosso uno stigma che lo accompagnava da troppo tempo. Oggi i prodotti ricavati dalla pianta di cannabis sono considerati di moda. È meglio chiarire subito, però, che non si tratta di una moda fugace.
Al centro dell’attenzione ci sono le riscoperte proprietà dei principi attivi della pianta di cannabis, con particolare riferimento al cannabidiolo (CBD), il principio attivo della cannabis che non “sballa”.
Il cannabidiolo ha dimostrato di avere una miriade di proprietà e, di conseguenza, decine di possibilità e campi di applicazione. Una delle ultime novità riguarda il cannabidiolo utilizzato come ingrediente nei prodotti cosmetici.
Natalie Portman, Rihanna, Cameron Diaz. Sono solo alcune delle star che hanno manifestato il loro apprezzamento per la cannabis e le sue applicazioni. Il cannabidiolo (CBD) ha ottime proprietà antinfiammatorie che sono risultate essere particolarmente efficaci per la cura della pelle.
Il CBD è capace di stimolare la ricrescita delle cellule del derma, contribuendo così a rallentare l’invecchiamento della pelle. Inoltre il CBD regola la secrezione di grasso ed è un utilissimo alleato sia nei casi di acne che di psoriasi. A Los Angeles è ormai un trend ed è comunissimo fare uso di prodotti per la cura del corpo che contengano cannabidiolo. Questa ascesa della cannabis (e del CBD in particolare) non può nemmeno definirsi una novità: è da anni che viene indicata come una tendenza, quasi un fenomeno di costume.
Latte corpo, balsami labbra o creme idratanti? Ce n’è per ogni esigenza. I benefici per la nostra pelle e il nostro cuoio capelluto portati dalla cannabis non si limitano al solo cananbidiolo (CBD).
I prodotti cosmetici alla cannabis contengono spesso olio di semi di canapa. L’olio di semi di canapa è un ingrediente già ben noto al mondo della cosmetica, grazie alla presenza di acidi grassi quali Omega 3 e Omega 6.
L’olio di semi di canapa dona ai prodotti proprietà emollienti, che agendo in profondità, aiutano a preservare la pelle da arrossamenti, irritazioni ed infiammazioni, da disidratazione e dall’azione di agenti atmosferici esterni. Si tratta di proprietà che agiscono in parallelo con quelle del cannabidiolo, per giungere così a un’azione naturalmente efficace sulla pelle.
Non mancano, infine, le vitamine C ed E, dalle importanti proprietà antiossidanti, che rallentano i processi di invecchiamento cellulare e depressione del sistema immunitario, eliminando i radicali liberi.
Il trend in costante crescita del cannabidiolo non deriva di certo solo dalle sue applicazioni in campo cosmetico. L’olio di cannabis al CBD, infatti, viene spesso impiegato anche in ambito alimentare, come ingrediente per piatti freddi o caldi, e i semi di canapa sono sempre più usati all’interno di una alimentazione bilanciata e salutare.
Il CBD, infatti, viene considerato parte della nuova famiglia dei ”super cibi” o “super ingredienti”: può essere aggiunto praticamente a qualsiasi cosa, dalle caramelle gommose al tè, dalla pastasciutta ai preparati da forno come, ad esempio, i biscotti.
L’uso di CBD nel settore alimentare è stato quello che forse ha contribuito di più a rinnovare l’immagine pubblica della pianta di cannabis, rendendola “fruibile” alla maggioranza della popolazione.
Sono i vari usi del CBD, infatti, ad avere permesso alla canapa di eliminare decenni e decenni di ingiustificati taboo che l’avvolgevano. Tra siti di e-commerce e negozi di vendita al dettaglio, il settore della cannabis e del cannabidiolo (CBD) è in espansione da anni, ormai. Quella che è stata impropriamente chiamata cannabis light ha dato il via a un mercato in netta espansione che ha generato una miriade di prodotti e idee innovative.
La canapa sta riaffermando il suo ruolo di “pianta multi-uso”, e in Italia la sua produzione viene regolamentata dal testo della Legge 2 dicembre 2016, n. 242, intitolata “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” ed entrata in vigore il 14 gennaio 2017.
Il cannabidiolo, oggi, viene servito addirittura nei ristoranti che propongono una cucina all’avanguardia e salutare. Ormai la diffusione del cannabidiolo nella società e nei suoi vari aspetti, appare inevitabile. Non si tratta però, di qualcosa di sorprendente. Sono ormai passati gli anni in cui la cannabis e tutto ciò che la riguardava veniva giudicato come qualcosa di, come minimo, bizzarro.
Nei casi peggiori, invece, lo stigma che avvolgeva la pianta ha fatto sì che una parte della società arrivasse quasi a demonizzarla, considerandola all’origine di molti mali.
Oggi, sia scienza che società, hanno fatto grandi passi in avanti e sono sul punto di rimuovere una volta per tutte ogni patina di stigma da una pianta che, in generale, ha sempre accompagnato l’essere umano in ogni parte del mondo. Il ritorno in massa della canapa nella quotidianità e il suo boom possono essere considerati nient’altro che un “ritorno”.
Sembra che si sia solo all’inizio. Le potenzialità del cannabidiolo sono ormai evidenti e le revisioni sistematiche fatte dalla comunità scientifica in più occasioni ne hanno sancito l’ottimo profilo di sicurezza.
Se oggi il cannabidiolo può essere considerato un trend, appare sempre più evidente che il mercato si evolverà al punto da farlo diventare una sostanza molto comune all’interno della quotidianità della persona.
Le vendite di CBD stanno crescendo costantemente, soprattutto nei mercati in cui è stato reso legale.
I principali mercati per la CBD sono, per il momento, gli Stati Uniti, l'Europa (soprattutto occidentale), l'Asia orientale e il Sud America. Nel 2018, le vendite totali di CBD ammontavano "solo" a mezzo miliardo di dollari, ma si prevede un balzo fino a quasi un miliardo nel prossimo anno, e a 1,8 miliardi di dollari già nel 2022.
Una maggiore attenzione alla salute e alla cura della quotidianità sono i due fattori che hanno avvicinato sempre più persone verso il mondo del cannabidiolo (CBD). I benefici per la salute del CBD i risultati scientifici sempre più promettenti sull’efficacia del cannabidiolo sulla salute sono alla base del suo successo.