Nuovi dati clinici indicano che la singola somministrazione di CBD (somministrazione acuta) è in grado di ridurre sia i sintomi dell’ansia che i tremori in soggetti affetti da Morbo di Parkinson (PD), soprattutto, quando questi sono sottoposti a situazioni ansiogene. Proprietà ansiolitiche del Cannabidiolo Tra le sue numerose proprietà ad azione terapeutica, il Cannabidiolo (CBD) possiede anche quella neuroprotettiva e ansiolitica [1,2]. Il CBD, infatti, interagisce con diversi neurorecettori, tra cui il recettore 5-HT1A che svolge un ruolo essenziale nel controllo dell'ansia [3]. Ad oggi, proprio per questa ragione, gli effetti della somministrazione del CBD vengono studiati in patologie neurodegenerative, come il Morbo di Parkinson (PD) [1,2], malattia che colpisce circa il 3,3% della popolazione con età ≥ 64 anni [4]. In soggetti affetti da PD, oltre ai segni motori (tremori) causati dalla compromissione del sistema dopaminergico, non è rara la presenza di altri segni e sintomi non motori dovuti alla degenerazione di alcuni distretti del sistema nervoso, come l’amigdala. Quest’ultima, in particolare, appare di dimensioni ridotte nei soggetti affetti da PD, con conseguente aumento dei sintomi tipici dell’ansia [5], che affliggono il 67% dei pazienti con Malattia di Parkinson. Inoltre, un dato da non sottovalutare è che i segni clinici motori e non motori sono correlati: i tremori, infatti, possono peggiorare quando i soggetti con PD vivono situazioni ansiogene, come quando, ad esempio, si parla di fronte ad un pubblico numeroso [6]. Efficacia del Cannabidiolo sui sintomi dell’ansia e sui tremori: cosa ci dicono gli ultimi dati La valutazione degli effetti del CBD sull’ansia e sui tremori, indotti da un test di simulazione di conversazione pubblica (Simulated Public Speaking Test - SPST), è stata per la prima volta effettuata dal Dipartimento di Gerontologia dell’Università federale di Sao Carlos, Brasile. Lo studio, controllato randomizzato crossover in doppio cieco, è stato condotto su 24 soggetti affetti da PD a cui è stato somministrata una singola dose di 300 mg di CBD, con un intervallo di wash-out di 15 giorni. I pazienti sono stati quindi sottoposti a due sessioni sperimentali di SPST, nelle quali è stata valutata l’efficacia del CBD sui sintomi dell’ansia e sull’ampiezza dei tremori. I risultati hanno mostrato una differenza statisticamente significativa nello stato di ansia, misurata con la scala VAMS (Visual Analog Mood Scales ) tra i due gruppi in studio, registrando livelli di ansia minori per il gruppo trattato con CBD. Allo stesso modo, nei soggetti trattati con CBD, è stata registrata una riduzione nella frequenza e nell’ampiezza dei tremori [7]. Applicazioni terapeutiche future La capacità del CBD di attenuare l’ansia e diminuire i tremori in pazienti con PD sottoposti a stress, potrebbe dunque fare di questa molecola una valida alternativa terapeutica. Infatti, i soggetti affetti da PD, ad oggi, vengono trattati con farmaci che generalmente provocano un aumento dei tremori e il peggioramento delle capacità cognitive, oltre a numerosi altri effetti collaterali [8]. A questi promettenti dati, tuttavia, come dichiarato dagli stessi Autori, andrebbero affiancati nuovi e più approfonditi studi. In particolare, nel prossimo futuro sarebbe necessario valutare l’impatto della somministrazione cronica del CBD sui disturbi d'ansia nei pazienti con malattia di Parkinson [7]. Autore: Simona M. Purrello, PhD Bibliografia: Campos AC, et al. (2016) Cannabidiol, neuroprotection and neuropsychiatric disorders. Pharmacol Res 112:119–127. Pisanti S, et al. (2017) Cannabidiol: state of the art and new challenges for therapeutic applications. Pharmacol Ther 175: 133–150. Campos AC, et al. (2012) Multiple mechanisms involved in the large spectrum therapeutic potential of cannabidiol in psychiatric disorders. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci 367: 3364–3378. Barbosa MT, et al. (2006) Parkinsonism and Parkinson’s disease in the elderly: a community-based survey in Brazil (the Bambui study). Mov Disord 21: 800–808. Vriend C, et al. (2016) A smaller amygdala is associated with anxiety in Parkinson’s disease: a combined Free- Surfer-VBM study. J Neurol Neurosurg Psychiatry 87: 493–500. Chagas MHN, et al. (2017) Can anxiety increase tremors in patients with Parkinson’s disease? An experimental model. Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci 44: 85–88. de Faria SM, et al. Effects of acute cannabidiol administration on anxiety and tremors induced by a Simulated Public Speaking Test in patients with Parkinson's disease. J Psychopharmacol. 2020 Feb;34(2):189-196 Pontone GM, et al. Pharmacologic treatment of anxiety disorders in Parkinson’s disease. Am J Geriatr Psychiatry. 2013. 21:520-528. Il consiglio di Enecta: Usare il CBD per trattare ansia e tremori nel morbo di Parkinson può essere una scelta sicura. A cosa dovreste prestare attenzione prima di assumere CBD? Verificate eventuali interazioni con farmaci che state assumendo e se necessario consultatevi con un medico Iniziate ad assumere o a somministrare l'olio di CBD in modo graduale, monitorando la reazione del corpo al nuovo principio attivo Assicuratevi che il prodotto provenga da una filiera sicura e controllata Qualora decideste di utilizzare il CBD per una patologia medica documentata, non esitate a contattarci al wecare@enecta.it per ricevere un'offerta dedicata
Negli ultimi anni, le proprietà ansiolitiche del cannabidiolo (CBD) sono state dimostrate in diverse sperimentazioni cliniche. A queste, recentemente, si sono si aggiunti i risultati di uno studio retrospettivo che confermano l’efficacia del CBD nel trattamento dei disturbi d’ansia e del sonno. Evidenze precliniche e cliniche del Cannabidiolo nei disturbi d’ansia Evidenze precliniche e cliniche supportano l’utilizzo del cannabidiolo (CBD) nel trattamento dei disturbi d’ansia, incluso il disturbo d'ansia generalizzato (GAD), il disturbo di panico (PD), disturbo post-traumatico da stress (PTSD), disturbo d'ansia sociale (DAU) e disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) [1]. Il CBD, infatti, si è mostrato efficace nella riduzione dell’ansia indotta da un test di simulazione di conversazione in pubblico in cui veniva somministrato in singola dose da 300 mg a 600 mg [2]. Alcuni studi preclinici, inoltre, hanno messo in evidenza la capacità del CBD di ridurre l’istinto dovuto alla paura, suggerendo dunque il suo ipotetico utilizzo nel trattamento della PTSD e nella terapia comportamentale [3]. Sebbene ancora non si conoscano esattamente i meccanismi d’azione, le proprietà ansiolitiche e panicolitiche del CBD sembrano essere dovute all’effetto antagonista che questo esercita sui recettori della serotonina 5-HT1AR [1]; mentre quelle anticompulsive sembrano essere dovute all’attivazione del recettore cannabinoide CB1R [1]. Uno dei vantaggi dell’uso del CBD - che spiega il trend in crescita degli studi di letteratura che lo riguardano - è sicuramente legato alla sua alta tollerabilità e alla sua safety, parametri che si mantengono anche ad alte dosi: la somministrazione a lungo termine del CBD in dosi variabili da 10 mg/die sino ai 400mg/die, infatti, non ha mostrato nessuna tossicità nei soggetti in esame [4]. Oltre ai disturbi d’ansia, il CBD si è scoperto essere efficace anche nel trattamento dei disturbi legati al sonno [5]. Efficacia del Cannabidiolo nei disturbi d’ansia: risultati di uno studio retrospettivo L’efficacia del CBD per il trattamento dei disturbi d’ansia e del sonno - in aggiunta ai trattamenti farmacologici convenzionali - è stata recentemente valutata in uno studio retrospettivo condotto su 72 pazienti provenienti da una clinica psichiatrica: 47 soggetti presentavano disturbi d’ansia e 25, invece, problemi legati al sonno [4]. La somministrazione orale di CBD (da 25 mg/die a 175mg/die) avveniva di mattina per il trattamento dei disturbi d’ ansia e di sera per quelli legati al sonno. Le misurazioni dell’ansia, condotte attraverso la scala di valutazione dell’ansia di Hamilton, e del sonno, condotte tramite l’indice di qualità di Pittsburg, sono state effettuate ogni mese per tre mesi. Ad un mese dall’inizio del trattamento con CBD, gli Autori hanno registrato un miglioramento degli stati di ansia nel 79,2% dei soggetti. In particolare, il 78,1% di questi soggetti, al secondo mese, ha riferito un miglioramento dell’ansia anche rispetto al primo mese di trattamento. Punteggi positivi, seppur inferiori rispetto all’ansia, sono stati registrati anche nell’indice della qualità del sonno. In conclusione, i risultati di questo studio, sia per quanto riguarda l’efficacia sulla alta tollerabilità del CBD [4] sono coerenti con quelli delle precedenti ricerche precliniche e cliniche. Potenziale terapeutico del CBD sull'ansia Dunque, diversi dati indicano l’efficacia del CBD nella riduzione dei sintomi legati alla sfera dei disturbi d’ansia e del sonno. Le proprietà ansiolitiche del CBD, inoltre, sono accompagnate da effetti sedativi irrilevanti e eventi avversi minimi. Queste caratteristiche, nel complesso, fanno del CBD una promettente molecola per la gestione e il trattamento di queste patologie [1]. Tuttavia, ad oggi, la maggior parte degli studi sul CBD sono stati condotti su modelli animali o su un campione di piccole dimensioni [1]. Pertanto, per la corretta valutazione dell’efficacia del CBD nei disturbi d’ansia sono necessari ulteriori studi clinici randomizzati e controllati a lungo termine [1,4]. Fonti: Blessing EM et al. Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders. Neurotherapeutics. 2015 Oct; 12(4):825-36. Zuardi AW et al. Inverted U-shaped dose-response curve of the anxiolytic effect of cannabidiol during public speaking in real life. Front Pharmacol 2017 May 11;8:259. Greer GR et al. PTSD symptom reports of patients evaluated for the New Mexico Medical Cannabis Program. J Psychoactive Drugs 2014;46:73-77. Shannon S et al. Cannabidiol in anxiety and sleep: A large case series. Perm J 2019;23:18-041 Zhornitsky S, Potvin S. Cannabidiol in humans—the quest for therapeutic targets. Pharmaceuticals (Basel) 2012 May 21;5(5): 529-52. Autore: Simona M. Purrello, PhD