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Fibromialgia, Cannabis e salute

    INDICE

L’utilizzo della cannabis in ambito medico non è una novità. I contesti di utilizzo di principi attivi come il cannabidiolo (CBD) o il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) sono molteplici. Nel caso del trattamento della sensazione di dolore (sia esso di tipo cronico oppure legato a una specifica patologia), sono sempre più i pazienti che scelgono di usare i principi attivi della cannabis, in genere ben tollerati e ritenuti più naturali. Nel caso della fibromialgia, la cannabis rappresenta una novità degli ultimi anni, ritenuta sempre più promettente. 

Cos’è la fibromialgia?

La fibromialgia è una patologia reale, nonostante per lunghi anni sia stata considerata un disturbo psicosomatico, ovvero una risposta fisica a un disagio psicologico. La fibromialgia, infatti, è una sindrome reumatica multifattoriale, riconosciuta nel 1992 dall’OMS, che in Italia si stima colpisca tra i due e i tre milioni di persone, nella gran parte dei casi donne in età giovane e adulta.
Individuare e riconoscere la fibromialgia non è facile e i contorni diagnostici sono oltremodo sfumati. In generale, la fibromialgia è caratterizzata da un dolore cronico, localizzato o diffuso in tutto il corpo. Tuttavia, i sintomi che la fibromialgia può provocare sono numerosi. Oltre al dolore cronico, i sintomi maggiormente riportati riguardano:

  • Affaticamento o stanchezza cronica

  • Disturbi del sonno

  • Cefalea (mal di testa)

  • Dolori articolari e tensione muscolare

  • Ansia

  • Tensione mascellare/mandibolare

Altri sintomi includono:

  • Vista sfocata

  • Formicolii

  • Acufeni

  • Difficoltà di concentrazione,

  • Disturbi gastrointestinali

  • Tachicardia

  • Crampi a carico degli arti inferiori

Nonostante i grandi progressi nella ricerca scientifica degli ultimi decenni, ancora oggi le cause della fibromialgia sono sconosciute. Si ritiene che ci siano molti fattori che concorrono alla sua insorgenza: genetici, biochimici, ambientali e psicologici. Proprio a causa di questa grande varietà di sintomi, giungere alla diagnosi di fibromialgia non è semplice. Il paziente ricorre spesso alla consulenza di numerosi specialisti in vari ambiti (da quello ortopedico a quello neurologico), attraverso un percorso molto lungo che può portare alla corretta diagnosi anche dopo anni. Alla fine, si giunge a un trattamento personalizzato, che spesso non comporta soltanto una terapia farmacologica. Il paziente affetto da fibromialgia si incammina sulla strada verso la guarigione grazie a un approccio combinato tra farmaci, psicoterapia, esercizio fisico e gestione dei sintomi. È proprio per intervenire sui sintomi della fibromialgia l’ambito in cui le proprietà  dei composti della cannabis (in particolare THC e CBD ) si rivelano più utili.

Cannabis, dolore e ricerca scientifica

Il complesso sistematico delle cause della fibromialgia non è ancora conosciuto. Di sicuro, non c’è un solo fattore scatenante in grado di definire questa malattia ma si è notata spesso una alterazione nei meccanismi con cui il nostro organismo genera la sensazione di dolore, che risulta essere amplificato. Nell’organismo dell’essere umano è presente il sistema endocannabinoide, composto da molecole (gli endocannabinoidi) e recettori presenti sia nel sistema nervoso centrale che nel sistema immunitario. Il sistema endocannabinoide è coinvolto in alcuni processi chiave del nostro organismo, fra cui la regolazione delle sensazioni di dolore e degli stati infiammatori. Alcuni studi hanno ipotizzato che la mancanza di attività degli endocannabinoidi sia alla base del processo che porta a sviluppare la fibromialgia, ma non si tratta ancora di un dato consolidato. 

Donna con Olio di CBD

Gli endocannabinoidi agiscono legandosi ai recettori chiamati CB1 e CB2; i recettori CB1 sono prevalentemente espressi nel sistema nervoso centrale, mentre i recettori CB2 si trovano principalmente sulle cellule del sistema immunitario. La potenzialità  analgesiche dei principi attivi della cannabis - i cannabinoidi - derivano dalla loro azione sui recettori CB1. I cannabinoidi, infatti, inibiscono la trasmissione dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA), responsabile della regolazione dell'eccitabilità neuronale. Al momento, sono due i cannabinoidi che hanno dimostrato di avere effetti clinicamente rilevanti: il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). I due principali principi attivi della pianta di cannabis agiscono in maniera differente, con diversi risultati. Poiché la cannabis e i cannabinoidi sono stati raccomandati per il trattamento del dolore neuropatico - e a causa delle somiglianze tra il dolore neuropatico e la fibromialgia - si ipotizza che la cannabis e i cannabinoidi possano essere efficaci anche per il dolore associato alla fibromialgia.

La revisione degli studi più recente è del 2021 e, dopo una accurata selezione, ha individuato 22 studi condotti con metodi validi e, analizzandone i risultati, è stato possibile avere più chiaro quello che è l’attuale stato della conoscenza sull’efficacia dei cannabinoidi per la fibromialgia. Alcune di queste ricerche indicano che l'uso dei cannabinoidi comporta effetti collaterali molto limitati se usati per il trattamento della fibromialgia, e possono aiutare a lenire alcuni sintomi comuni e debilitanti associati alla malattia. 

Tra queste, vi è anche lo studio osservazionale condotto tra il 2015 e il 2017 da un’equipe del Dipartimento di reumatologia del Rabin Medical Center, realtà israeliana particolarmente attiva nell’ambito della ricerca sulla cannabis a uso medico. Lo studio, pubblicato nel 2019, è stato condotto su 367 pazienti con diagnosi di fibromialgia, con un periodo di follow-up di sei mesi.

L’effetto terapeutico dei cannabinoidi si è manifestato in una sensazione soggettiva di sollievo dal dolore, e da un generale miglioramento della qualità della vita. Per esempio, all’inizio dell’esperimento erano ben 196 i partecipanti che avevano segnalato di soffrire di disturbi del sonno. Allo stesso tempo, erano 125 i pazienti che riportavano di soffrire di sintomi depressivi. A sperimentazione conclusa, i disturbi del sonno si erano attenuati per 144 pazienti ed erano addirittura svaniti in 26 casi. I sintomi depressivi sono migliorati per 101 pazienti su 125. In generale, la maggioranza dei partecipanti ha manifestato un miglioramento da “moderato” a “significativo”, con particolare riferimento all’intensità del dolore percepito. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che la cannabis medica possa essere un'alternativa sicura ed efficace per il trattamento dei sintomi della fibromialgia.

Cannabis, un'opzione terapeutica promettente per i pazienti con fibromialgia

Le prove di quanto la cannabis possa essere efficace per intervenire sui sintomi della fibromialgia di certo non mancano. A testimoniarlo, infatti, ci sono studi clinici che riportano un netto miglioramento nelle condizioni dei pazienti, al punto da dismettere, in totale accordo con i medici curanti, la normale terapia farmacologica in favore dell’uso dei principi attivi della cannabis. D’altronde, ricerche, articoli e studi su cannabis e dolore hanno ormai portato a evidenze solide. La cannabis viene impiegata con successo per intervenire sui disturbi del sonno o sul dolore reumatico, al punto da diventare una delle prime scelte per le persone che soffrono di dolore cronico

I prodotti a base di cannabis, come gli oli al cannabidiolo (CBD), grazie al loro ottimo profilo di sicurezza, sono una delle opzioni per garantire al paziente affetto da fibromialgia una migliore quotidianità. A riportare i benefici di tali prodotti sono ben due terzi dei 2701 pazienti affetti da fibromialgia che hanno partecipato al sondaggio dell’Anesthesiology Department dell’Università del Michigan. Oltre ai risultati “pratici” riportati dai pazienti, ha colpito l’alto numero di partecipanti che hanno dichiarato di fare regolare uso di prodotti al CBD, fra cui quelli affetti da fibromialgia. È una tendenza che si è osservata anche in Italia, nel  recente sondaggio Cannabeta che ha evidenziato il crescente interesse da parte della popolazione su un tema ormai sempre più di frequente al centro del dibattito pubblico. Fra i motivi che spingono i pazienti all’utilizzo di prodotti al cannabidiolo, spicca la necessità di intervenire su una condizione di dolore cronico. Mentre la ricerca sulla fibromialgia prosegue, la cannabis e i suoi principi attivi permettono di accompagnare i/le pazienti lungo un percorso di salute, fino a ritrovare il normale benessere.


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Autore : Redazione Cannabeta