Elisabetta Biavati da due anni circa utilizza la Cannabis per curarsi e da tre gestisce un gruppo su Facebook “Dolore e Cannabis Terapeutica” in cui raccoglie le istanze di utenti e pazienti, che si è poi trasformato in un vero e proprio Comitato con cui far valere le ragioni di tutti quei pazienti che ad oggi trovano sollievo e soluzioni terapeutiche nella Cannabis. Con Elisabetta abbiamo scambiato qualche domanda per saperne di più su quella che è la situazione al momento in Italia. Partiamo dai temi dell’attualità, c’è attualmente Cannabis a disposizione per curarsi? E’ tornata nelle farmacie? Negli ultimi mesi leggiamo spesso delle difficoltà di approvvigionamento Purtroppo la situazione Cannabis terapeutica in Italia è veramente incresciosa, ci sono stati piccoli arrivi ma che non possono di certo far fronte a tutte le ricette in lista d'attesa nelle farmacie territoriali e ospedaliere. Soprattutto non riescono ad assicurare la continuità terapeutica di cui necessitiamo. Da maggio abbiamo cominciato a denunciare queste assenze di prodotto, dapprima con Bedrolite e Bediol e a giugno le prime avvisaglie di Bedrocan, poi a venire gli altri. Lei usa la Cannabis terapeutica da quanto tempo? Quando finiscono le scorte, che succede? Io uso cannabis terapeutica ormai da due anni, un piano terapeutico bene preciso a base di Bedica e Bedrocan. Ormai è due mesi che ho finito praticamente la terapia e che non ho più continuità terapeutica assicurata, tutto ciò ha comportato grandissimi peggioramenti del mio stato di salute, dal non controllo assoluto del dolore, a una anoressia secondaria dovuto all'uso di un antiepilettico che da questo problema ad una neuropatia che prende anche l'intestino e che non essendo sotto controllo mi sta facendo perdere tantissimo peso a causa di gravi dissenterie fino al punto che proprio in questi giorni hanno dovuto innestarmi un mid-line per l'alimentazione parentale. Non sarà un salvavita, certo ma dipende sempre da cosa intenda da una persona per la sua qualità di vita. E per me questa non è vita... Su Facebook è una delle amministratici del gruppo “Con la Cannabis mi curo”, quali sono i temi maggiormente sentiti dagli utenti/pazienti Io ho creato nell'agosto del 2016 il gruppo Dolore e Cannabis Terapeutica e dopo anche il gruppo Con la cannabis mi curo che non esiste più ed è confluito all'interno del primo, proprio sulla esigenza che avevo sentito quando mi ero affacciata alla ricerca di come trovare medici, ospedali ed informazioni su questa terapia, volendo evitare ad altri tutto quel caos aprii questo gruppo che era è diventato un Comitato. Gli argomenti più discussi sono sicuramente dove andare, i medici prescrittori, quali sono le terapie più usate e gli eventuali effetti collaterali. Ci si confronta fra di noi e spesso ci si calma e ci si aiuta. Il prossimo Governo tornerà verosimilmente ad occuparsi del Tema Cannabis, dal suo, dal vostro, punto di vista, quali sono le priorità su cui bisognerebbe lavorare? In assoluto il diritto ad una erogazione gratuita su tutto il territorio nazionale a carico del Servizio Sanitario Nazionale come prevede la legge di bilancio 2018, andare avanti con la Legge sulla Cannabis Terapeutica affinché ci sia la possibilità di fare ricerca seria in Italia, ci siano nuovi soggetti che possano coltivare in maniera medica e controllata, si aumenti il numero di patologie e si prepari la classe medica. In passato avete anche scritto al ministro Lorenzin, cosa vi ha risposto? In passato abbiamo fatto due cose ben precise: Una diffida ad adempiere a nome di quasi un centinaio di pazienti proprio per la violazione dell'articolo 32 della Costituzione perchè non ci veniva garantita il diritto alla cura e non ci veniva garantita la continuità terapeutica, fattore importantissimo in qualunque terapia farmacologica cronica! e a cui non abbiamo mai avuto formale risposta!!!! A seguire una lettera aperta al Ministro Lorenzin a cui ha risposto la dottoressa Germana Apuzzo con un non risposta, dicendoci praticamente di aspettare che avevano fatto il bando, autorizzato coltivazioni allo SCFM e avviato importazioni...e noi stiamo ancora aspettando! Un auspicio per il futuro? Come Comitato Pazienti Cannabis Medica ci stiamo muovendo in molte regioni e stiamo vedendo un grande interesse a collaborare, il nostro auspicio è quello che si vada verso ad una apertura culturale e sociale nei confronti di questa terapia, che si smetta di pensarla come droga, e che a noi malati sia concesso di curarci senza sacrifici economici improponibili e con continuità, senza quell'ansia e quella paura di non sapere mai se il mese, settimana o giorno prossimo riuscirò a curarmi!!! Intervista di Giuseppe Cantelmi
Gli studi sui cannabinoidi nella sclerosi multipla seguono due percorsi distinti: quella di valutare i cannabinoidi come possibili trattamenti sintomatici e come eventuali trattamenti di base, quindi analizzando le sue potenzialità neuroprotettive. La Cannabis può aiutare nell’ambito di una malattia come la Sclerosi Multipla? Lo studio che citiamo è stato condotto dall’Università di Catania dove circa 1500 pazienti provenienti da diversi centri dedicati al trattamento della Sclerosi Multipla, sono stati trattati con Cannabis somministrata sotto forma di spray. Sintomi quali ad esempio crampi e spasmi notturni sono scomparsi per il 61,9% dei pazienti. Il secondo studio che citiamo proviene dalla California, dove si sono occupati di contrastare il declino cognitivo e l’alterazione dello stato di coscienza, derivati dai forti stati antispastici e antidepressivi. Anche in questo caso la Cannabis si dimostra come un elemento che tende a migliorare la qualità della vita del paziente, perché l’impatto sulle capacità cognitive è meno dannoso rispetto a farmaci tradizionali. In Italia cosa succede? In Italia, nel rapporto aggiornato al 2017, l’AISM, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla ha chiesto l’uniformità sul territorio nazionale sulla prescrizione, erogazione e dispensazione dei prodotti cannabinoidi per uso terapeutico sia nell’area ospedaliera che nell’area della cura domiciliare. Assistiamo ad una situazione a macchia di leopardo, infatti l’AISM chiede anche la promozione di un’informazione adeguata della popolazione nonché una specifica formazione delle figure del Servizio Sanitario Nazionale deputate alla prescrizione, distribuzione, dispensazione, preparazione dei prodotti cannabinoidi per uso terapeutico. C’è tanta strada da compiere sul Tema e sulle malattie degenerative, è necessario ed auspicabile investire in Ricerca, affinché si possa indagare in maniera sempre più decisa il ruolo che la Cannabis possa avere nel contrastare in questo caso la Sclerosi Multipla, è migliorare, anche se in maniera non risolutiva, la qualità della vita dei pazienti. Approfondisci l'argomento - Enecta intervista il dottor Massimo Nabissi - Enecta intervista il dottor Gianpaolo Grassi - Enecta intervista il dottor Marco Bertolotto Se hai trovato interessante questo articolo metti Mi piace alla Pagina Facebook Enecta e sarai sempre aggiornato sulle notizie e le novità che riguardano il mondo della Cannabis e del CBD!
Per molti la Vaporizzazione non è così ‘attraente’ come il fumo classico, tuttavia è una pratica che si sta diffondendo molto tra i consumatori, tra coloro che cercano un modo alternativo con cui apprezzare le caratteristiche della Cannabis e dei suoi estratti, a cominciare dal CBD (Cannabidiolo). Quali sono i cinque benefici principali della Vaporizzazione? Salute Il primo beneficio legato all’uso di un vaporizzatore è senza dubbio quello legato alla salute, i Cannabinoidi evaporano, non c’è combustione, il vapore non contiene catrame, monossido di carbonio o altre tossine presenti nel fumo. Il Vapore è quindi di gran lunga più sano rispetto al fumo, basti pensare che consumando ad esempio Cannabis con il fumo, la maggior parte dei cannabinoidi vengono distrutti dal processo di combustione, al contrario con la vaporizzazione la quasi totalità dei cannabionidi li ritroviamo nel vapore. Dosaggio Con un Vaporizzatore potete tenere sotto controllo il dosaggio in maniera piuttosto precisa. Basta un quantitativo grande come un chicco di riso per ottenere un buon risultato. Per buon risultato si intende più svapate con l'ottenimento di una buona performance. Come possiamo utilizzare i Cristalli di CBD in maniera efficace? Clicca Qui Pulizia La vostra casa smetterà di puzzare di fumo, senza catrame ed altre sostanza chimiche i vostri vestiti e gli ambienti non puzzeranno più a lungo di fumo. Il vapore si disperde nell’ambiente in pochi attimi ed è quindi avvertibile solo da chi si trova in prossima del ‘fumatore’. Miglioramenti nella funzionalità polmonare Secondo uno studio del 2010, chi passa dal fumo classico all’utilizzo dei vaporizzatori dopo un mese ha un miglioramento dello stato di salute dei polmoni pari a quello di chi smette di fumare del tutto! Per approfondire lo Studio clicca Qui CBD e Vaporizzazione Il processo di vaporizzazione trova un notevole campo di applicazione nell’ambito della Cannabis Terapeutica e del CBD. Con i Cristalli di CBD è possibile apprezzare il Cannabidiolo nella sua forma più pura e salutare donando al sistema psicofisico un generalizzato senso di benessere, eliminando anche i processi di combustione, di cui sono ormai noti i problemi che potrebbero creare alla salute. Come si usano i Cristalli? Clicca Qui. Se hai trovato interessante questo articolo metti Mi piace alla Pagina Facebook Enecta e sarai sempre aggiornato sulle notizie e le novità che riguardano il mondo della Cannabis e del CBD!
Nel nostro appuntamento settimanale con il Food parliamo della realizzazione di biscotti di Canapa, una ricetta semplice e veloce da preparare per ottenere un momento di relax alternativo. Ingredienti 200 g di farina di canapa 100 farina di riso 150 g di burro 120 g di zucchero di canna ½ bustina di lievito 1 uovo 1 cucchiaino di cannella Preparazione Prendiamo l’uovo e lo zucchero, uniamoli fino a creare una crema omogenea. Prendiamo il burro e tagliamolo a tocchetti. Prendiamo una ciotola in cui versiamo la nostra farina di Canapa unita alla farina di Riso, uniamo lo zucchero di Canna e mezza bustina di lievito. Uniamo il composto liquido ed il burro e cominciamo ad impastare fino ad ottenere un composto omogeneo senza grumi. Aggiungiamo un cucchiaio di cannella o in alternativa della scorza di Arancia o Limone per dare ai nostri biscotti un profumo intenso. Avvolgiamo il nostro impasto in una pellicola e lasciamo riposare in frigorifero per circa venti minuti. Trascorso il tempo necessario stendiamo il composto aiutandoci con un mattarello e cominciamo a realizzare i nostri biscotti, dalle forme diverse, aiutandoci con le tazzine da caffè o con bicchieri e formine. Quando i nostri biscotti saranno pronti li disponiamo su una teglia rivestita da carta da forno, ben distinti l’uno dall’altro li inforniamo a 180 gradi per circa 20 minuti. Quando la superficie sarà dorata i nostri biscotti saranno pronti per essere serviti, prima se volete potete spolverare dello zucchero a velo di Canna o gli stessi semi di Canapa. BuonAppetito! Come utilizzare nella nostra ricotta il CBD? Nella fase di preparazione dell’impasto possiamo aggiungere i Cristalli di CBD, che andranno a interagire con il nostro organismo durante la fase di digestione donandoci tutte le proprietà benefiche del Cannabidiolo! Per saperne di più Clicca Qui. Se hai trovato interessante questo articolo metti Mi piace alla Pagina Facebook Enecta e sarai sempre aggiornato sulle notizie e le novità che riguardano il mondo della Cannabis e del CBD!
Il prossimo 12 febbraio sarà celebrata la Giornata mondiale dell’Epilessia, che solo in Italia colpisce circa 500mila persone, tra adulti e bambini. Per i pazienti resistenti ai farmaci tradizionali nuove speranze di cura arrivano dalla Cannabis e dai suoi estratti, il CBD in particolare, in grado di contrastare le crisi nei bambini, con risultati importanti. “Il cannabidiolo si sta dimostrando efficace in pazienti farmacoresistenti per alcune forme più gravi di epilessia, con una riduzione della frequenza delle crisi di quasi la metà. In futuro in Italia potrebbe diventare un'alternativa di cura per decine di migliaia di persone, afferma Marilena Vecchi, neuroepilettologa del Dipartimento della Salute della donna e del bambino dell'azienda ospedaliera di Padova, responsabile del Centro di riferimento nazionale Lice per la diagnosi e cura dell'epilessia infantile. Sui pazienti affetti da epilessia circa il 30% ricorre a soluzioni alternative alla farmacologia classica. “Gli studi clinici randomizzati e controllati condotti negli Stati Uniti e in Europa hanno iniziato a mostrare l'azione antiepilettica del cannabidiolo, sostanza contenuta nella cannabis sativa e già autorizzata in Italia per gravi patologie. I risultati più recenti, pubblicati nel 2017 e 2018, hanno mostrato la sua efficacia nei pazienti con epilessie farmacoresistenti come la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennox Gastaut, due forme di epilessia molto grave associata a disabilità, mostrando, oltre che un profilo di sicurezza buono, la riduzione della frequenza crisi del 35-40% nel periodo di trattamento rispetto al periodo basale. La sindrome di Dravet La sindrome di Dravet è una grave sindrome epilettica a insorgenza infantile e altamente resistente al trattamento tradizionale. Lo Studio che citiamo è stato condotto da Orrin Devinsky, direttore del New York University Langone Comprehensive Epilepsy Center. Centoventi pazienti dai 2 ai 18 anni hanno ricevuto una soluzione orale di CBD ed un gruppo di controllo ha ricevuto una soluzione placebo. I pazienti che hanno assunto il CBD hanno mostrato, in un mese, una riduzione delle crisi epilettiche di circa la metà, al contrario del gruppo placebo che ha mostrato un declino trascurabile. Nello specifico per via di effetti collaterali, quali vomito, febbre, diarrea, otto pazienti si sono ritirati dalla sperimentazione mentre in cinque le convulsioni si sono ridotte addirittura a zero. Se hai trovato interessante questo articolo metti Mi piace alla Pagina Facebook Enecta e sarai sempre aggiornato sulle notizie e le novità che riguardano il mondo della Cannabis e del CBD!
Sono molte le domande che quotidianamente riceviamo dai nostri clienti e dai tanti utenti che vogliono saperne di più sul mondo del CBD e della Cannabis Terapeutica in generale. In questo articolo, come abbiamo già fatto in passato e continueremo a fare, alcune domande con relative risposte a proposito degli aspetti maggiormente dibattuti dagli utenti e su cui non vi è ancora estrema chiarezza! Che cos'è il CBD? Il CBD (abbreviazione di cannabidiolo) è uno degli oltre cento Fitocannabinoidi prodotti dalla pianta Cannabis. Il CBD, a differenza del THC, che è il più noto tra i Fitocannabinoidi, non ha effetti psicoattivi. Il CBD è ormai noto e apprezzato per le sue significative potenzialità benefiche per la salute, senza le conseguenze psicotrope dell'utilizzo di THC. Il CBD è apprezzato per le sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, muscolo-rilassanti, analgesiche, antiemetiche, ansiolitiche e per i suoi effetti anticonvulsivanti. Questi potenziali effetti sono attualmente oggetto di ricerca da parte della comunità medica e scientifica. Numerosi studi suggeriscono che il CBD agisca anche per ridurre gli effetti psicotropi del THC nonchè alcuni suoi effetti collaterali, come deficit della memoria e paranoia. Per approfondire la conoscenza degli effetti del CBD sulla salute e conoscere gli ultimi risultati degli studi della comunità scientifica vi consigliamo di rivolgere la vostra ricerca su PubMed e altre riviste specializzate. Quando parliamo di Cannabinoidi, cosa intendiamo? I Cannabinoidi sono presenti nelle piante di Cannabis, sostanze chimiche di origine naturale, che stanno mostrando enorme interesse per la loro applicazione in ambito terapeutico. I due cannabinoidi maggiormente conosciuti sono due, il Cannabidiolo, cioè il CBD e il Tetraidrocannabinolo, il THC. Il CBD produce effetti psicoattivi? Assolutamente No! Il CBD non solo non produce effetti psicoattivi ma tende a ridurre gli effetti psicoattivi generati da altri cannabinoidi quali appunto il THC. E’ possibile avere un’overdose da Olio di CBD? Ingerito in quantità superiori a quelle prescritte non crea particolari problemi tantomeno overdose tuttavia si raccomanda sempre di seguire il dosaggio consigliato. Quali sono le differenze tra Fitocannabinoidi e Endocannabinoidi? I Cannabinoidi possono essere di vari tipi, se sono classificati come Fitocannabinoidi significa che sono derivati da una pianta, mentre se parliamo di Endocannabinoidi intendiamo i cannabinoidi che si trovano in maniera naturale nel corpo umano. Come dosare l’assunzione di CBD? Il metabolismo del CBD essendo implicato in molti processi fisiologici come modulatore di altri sistemi, non solo quello endocannabinoide, è molto soggettivo. Ascoltarsi probabilmente è la risposta giusta, partendo da poche gocce e cercare così la dose necessaria per le proprie esigenze individuali. Ovviamente se viene usato per patologie specifiche è importante e consigliato consultare un medico. Come dosare l’assunzione di Cristalli di CBD? Da poco tempo abbiamo inserito nelle nostre confezioni di CBD Crystal 99ONE un cucchiaino misuratore, su ogni cucchiaino è possibile collocare 40 milligrammi circa di CBD, con cui è possibile regolare e monitorare l’assunzione del Cannabidiolo. Se un estratto di canapa contiene il 10% di CBD, di cosa è composto l'altro 90%? L'altro 90% del nostro estratto è costituito da: basse concentrazioni di altri fito-cannabinoidi e di altri tipi di molecole naturali e composti fitochemici come le cere di Cannabis, aminoacidi, carboidrati, vitamine, acidi grassi, clorofilla, flavonoidi, Composti azotati, alcani, glicosidi, pigmenti, olio di semi di canapa, acqua e terpeni. E’ possibile assumere CBD attraverso il Vape? Certo che si! Enecta presenta sul mercato Ambrosia, un Eliquid senza nicotina, disponibile con tre gusti differenti e tre diverse concentrazioni di CBD. Quindi è possibile scegliere il prodotto sulla base delle proprie esigenze o di quanto si svapi quotidianamente. Gli svapatori potremmo suddividerli in diverse categorie, c’è chi usa il Vape per mero relax apprezzando al meglio il CBD, un’altra categoria di svapatori riguarda gli ex fumatori, molti si rivolgono al Vape e quindi al CBD per cercare di combattere la dipendenza dalle sigarette. Puoi saperne di più? Non esitare a contattarci, scrivendo una mail a info@enecta.com attraverso i nostri canali Social, su Facebook o Instagram ed il Team Enecta sarà a tua disposizione per rispondere a qualsiasi tipo di dubbio o domanda.
Una delle domande che maggiormente ci vengono rivolte dai nostri utenti che per la prima decidono di usare l’Olio di CBD riguarda le modalità di somministrazione e la scelta più appropriata di selezione del prodotto, quando prenderne? A “cosa serve”? In questo articolo cercheremo di fornire consigli pratici sull’uso più appropriato di Premium Hemp Extract 24%! Il ruolo del CBD Il metabolismo del CBD essendo implicato in molti processi fisiologici come modulatore di altri sistemi, non solo quello endocannabinoide, è molto soggettivo. Se usato per patologie specifiche è importante e consigliato consultare un medico, ci sono anche utenti che per i quali è sufficiente una concentrazione minore di Cannabidiolo. (Per saperne di più Clicca Qui). A cosa serve il Sistema Endocannabinoide? Il Sistema Endocannabinoide si basa su meccanismi intra-neuronali diversi da quelli dei normali neurotrasmettitori. Ecco perché è coinvolto sia nel controllo dell’appetito sia in molte altre funzioni fisiologiche correlate alla risposta allo stress e al mantenimento dell’omeostasi. Gli endocannabinoidi hanno proprietà neuro-protettrici, sono in grado di regolare l’attività motoria e della memoria. Inoltre, il Sistema Endocannabinoide è coinvolto nella modulazione della risposta immunitaria, infiammatoria, endocrina ed esercita anche un’azione antiproliferativa. Gli endocannabinoidi influenzano sensibilmente anche il sistema cardiovascolare e quello respiratorio, controllando il ritmo cardiaco, riducendo la pressione arteriosa e favorendo la bronco-dilatazione. Olio di CBD, conoscere il prodotto E’ molto importante conoscere il prodotto che andiamo ad acquistare. Un Olio di Canapa di qualità è frutto di ceppi di Canapa accuratamente selezionati che producono alte concentrazioni di CBD. Le piante devono avere un buon terreno in cui crescere, un binomio inscindibile per trovare un risultato finale ottimale. Enecta estrae il CBD e i cannabinoidi da Cannabis cresciuta su terreni organici e certificati. Premium Hemp Extract 24% Premium Hemp Extract 24% è un prodotto dall’accezione più propriamente terapeutica, dedicata a coloro che usano il CBD in dosaggi alti più volte durante il giorno per tenere sotto controllo o contrastare stati psico – fisici in cui il CBD si dimostra un ottimo alleato. Rispetto all’Olio al 10% la concentrazione di CBD è più che raddoppiata e salendo la concentrazione di CBD sale anche quella degli altri cannabinoidi presenti nell’Olio, tranne il THC che resta ovviamente a normativa di Legge. Come si fa a stabilire se hai bisogno di CBD alte concentrazioni? Se non sai quale Olio scegliere puoi scrivere alla nostra info mail, info@enecta.com, o contattarci attraverso la nostra pagina Facebook, il Team Enecta sarà a tua disposizione per fornirti informazioni sui prodotti. Non si tratta di pareri medici, ma l’esperienza accumulata negli anni potrebbe essere utile per fornirti indicazioni pratiche. Quanto costa il CBD ad alta concentrazione? Il CBD ad alta concentrazione è presente sul mercato a costi elevati, ed al momento è inevitabile. I costi per estrarre CBD in maniera professionale sono importanti, quindi i consumatori spesso si imbattono in CBD ad alta concentrazione a costi superiori. Quando usare il CBD ad alta concentrazione? L’esperienza di Enecta racconta di casi in cui è necessario usare CBD ad alte concentrazioni in maniera massiccia per contrastare in maniera decisa una patologia. Molti dei nostri clienti acquistano Premium Hemp Extract 24% con finalità terapeutiche affrontando costi importanti, come Azienda siamo disponibili, dinanzi a difficoltà di tipo economico, a creare un canale di comunicazione, studiare il caso per cercare una possibile soluzione. Non avete bisogno di CBD ad alta concentrazione? Se non siete sicuri che l’Olio di CBD ad alta concentrazione non è ciò che cercate, il nostro consiglio è quello di provare Premium Hempo Extract 10% a cui associare uno stile di vita nuovo. Apportate dei cambiamenti alle vostre abitudini, meditate, fate sport, cercate di riposare meglio, ciò associato ad un prodotto naturale come Olio di Canapa con CBD non potrà far altro che aumentare la qualità della vostra vita! Se hai trovato interessante questo articolo metti Mi piace alla Pagina Facebook Enecta e sarai sempre aggiornato sulle notizie e le novità che riguardano il mondo della Cannabis e del CBD!
Non manca molto alla semina della Canapa che fra tre mesi, dipende molto dai territori, comincerà ad essere lavorata in vista del raccolto 2018. Il Ciclo di coltura della Canapa, dalla semina fino al raccolto, è un periodo di tempo piuttosto breve che varia dai 100 ai 130 giorni, a seguire cercheremo di fornire informazioni tra le domande maggiormente diffuse tra gli utenti sull'esperienza condotte negli ultimi anni. Preparazione del campo e semina La Canapa cresce in diverse tipologie di terreni ma predilige quelli di medio impasto, profondi, freschi, non compattati, senza ristagno e ricchi di sostanza organica. Il letto di semina dev’essere ben preparato, procedendo, in genere alle seguenti operazioni: Aratura a circa 20-40 cm a seconda della natura dei terreni Erpicatura (facoltativa) Fresatura Diserbo pre-semina (facoltativo) Concimazione La coltura della Canapa veniva un tempo letamata ed ancora oggi la concimazione organica sarebbe di gran lunga preferibile perché, oltre ad apportare nutrienti nel suolo, migliora anche la struttura del terreno, evitando quindi l’asfissia radicale e permettendo alla radice fittonante della canapa di lavorare al meglio. Comunque, in termini di apporto chimico, alla canapa occorre il seguente contenuto: 100 kg/ha di N (azoto) 50-70 kg/ha di P2O5 50 kg/ha di K2O La coltura è sensibile alla disponibilità di azoto e normalmente le colture scarsamente dotate si presentano ingiallite, con accrescimento stentato e disomogenee. Eccessi di azoto sono tuttavia negativi in quanto diminuiscono la quantità di fibra prodotta, aumentano la mortalità per effetto di un più intenso auto-diradamento ed accrescono le probabilità che la coltura si alletti in condizioni di forte vento. Quando si semina? Tradizionalmente negli ambienti della pianura Padana la semina veniva effettuata alla fine dell’inverno (19 marzo, San Giuseppe). La temperatura minima di germinazione, 1°C, permette tuttavia di anticipare l’epoca di semina anche alla fine del mese di febbraio. Una emergenza rapida ed omogenea è garantita da una temperatura del terreno prossima ai 10°C. La densità di semina è particolarmente importante per poter ottenere una buona emergenza favorire lo sviluppo dello stelo della pianta e controllare le infestanti. Sono sufficienti quindi 40-50 kg per ottenere una buona emergenza, steli di ottima qualità con un buon contenuto in fibra e buona produzione di seme. Operazioni di Semina Profondità: 2/3 cm Interfila: 15-25 cm Distanza del seme sulla fila: 5-8 cm Vengono normalmente impiegate seminatrici meccaniche, da grano, o seminatrici pneumatiche. Come fare a scegliere la varietà che più possa rispondere ad una specifica finalità di produzione ed a particolari caratteristiche dei territori? Le caratteristiche che determinano la scelta varietale sono soprattutto in funzione del tipo di produzione prevista e della qualità richiesta. Quando il prodotto principale è la paglia, quindi la fibra ed il canapulo, allora è utile avere un importante biomassa e/o alto contenuto in fibra; le varietà dioiche sono allora più adatte. Qualora si intenda invece produrre prevalentemente seme, sono da preferire le varietà monoiche, in cui tutte le piante portano seme, mentre le dioiche hanno un’alta percentuale di maschi improduttivi (40-45%). Inoltre le varietà monoiche hanno uno sviluppo limitato in altezza, che facilita le operazioni di trebbiatura meccanica. Da dove viene il seme che andiamo a mettere in campo? Le sementi da riproduzione provengono da coltivazioni specializzate, che devono garantire un alto grado di germinabilità, non inferiore all’80°, e la conformità della maggioranza delle piante alle caratteristiche specifiche della varietà dichiarata in etichetta. Il produttore infatti deve far controllare in Italia le colture ed il raccolto dal Centro di sperimentazione e certificazione delle sementi (CRA-SCS) , o da organismi analoghi all’estero, che rilasciano le etichette da apporre sulle confezioni in vendita. Non è quindi consentito riutilizzare le sementi ottenute da una coltivazione qualsiasi, per la semina dell’anno successivo, sia per motivi agronomici, la rispondenza delle coltivazioni ai caratteri genetici previsti, sia legali, come vedremo in seguito Che seme si può e/o si deve utilizzare? Si può e si deve utilizzare quindi solo semente delle varietà ammesse alla coltivazione, quelle che sono state controllate nel tempo ed hanno un contenuto di THC inferiore allo 0,2 %. Nella dichiarazione di semina che ogni agricoltore consegna alle autorità di PS viene indicata la varietà coltivata ed ogni stato della UE in cui si coltiva canapa fa effettuare controlli a campione per monitorare la rispondenza delle varietà a questa caratteristica. Ad oggi, ad esempio, risulta che le varietà ammesse alla coltivazione in Germania hanno subito una limitazione, proprio a causa di controlli effettuati su una varietà polacca – Bialobrzeskie – ed una italiana – Carmagnola, che hanno ecceduto il limite consentito per due anni consecutivi. A parte le limitazioni imposte dalle normative, ci sono limiti oggettivi alla disponibilità di semente certificata. Contenuti a cura dell’associazione Toscanapa Se hai trovato interessante questo articolo metti Mi piace alla Pagina Facebook Enecta e sarai sempre aggiornato sulle notizie e le novità che riguardano il mondo della Cannabis e del CBD!
Legalizzare la coltivazione della Cannabis in Sardegna! E' la proposta che arriva da tre consiglieri regionali di Art.1-Sdp attraverso l'indizione di un referendum consultivo che potrebbe tenersi a ottobre, mentre la raccolta delle firme, ne occorrono 10mila, dovrebbe scattare entro tre settimane, quindi in piena campagna elettorale per le politiche del 4 marzo. Il risultato della consultazione non sarebbe comunque vincolante. Esiste la prova scientifica che sia estremamente meno pericolosa del tabacco e dell'alcool – afferma Paolo Zedda - inoltre dove si è legalizzata, il consumo non è aumentato. Sulla Sardegna il fatturato potrebbe essere di 250 milioni, con 10mila posti di lavoro di ricaduta. Sarebbe il primo referendum di questo genere in Europa. Con l'inizio del 2018, la marijuana è diventata legale in California anche per uso ricreativo. La cannabis può essere acquistata ora nei negozi di Oakland, Berkeley, San Jose, Santa Cruz, San Diego e altre località, ma non ancora a San Francisco e Los Angeles dove le autorità non hanno ancora iniziato a concedere le licenze ai negozi. La Cannabis è già legale in altri sette stati dell'Unione, ma la California è il più grande a fare questo passo. Fin dal 1996 i californiani potevano consumare marijuana a scopi medici, poi hanno approvato l'uso ricreativo in un referendum del 2016. Secondo la nuova legge, le persone maggiori di 21 anni possono possedere, trasportare, comprare e consumare fino a 28,5 grammi di marijuana e fino a 8 grammi di marijuana concentrata. Gli adulti possono coltivare fino a sei piantine di marijuana a famiglia, ma fuori dalla vista del pubblico. Secondo Business Insider, con la nuova legge il mercato della marijuana in California dovrebbe crescere fino a 3,7 miliardi di dollari quest'anno e a oltre 5 miliardi nel 2019. Dopo la California che non sia giunto anche il momento per l’Italia, con le Regioni a sperimentare forme di legalizzazione?