Davide Calzolari è un ricercatore, dottorando di ricerca all’ultimo anno della scuola Agrisystem dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Le sue attività di ricerca si concentrano sulla coltivazione della canapa a destinazione multiuso e noi di Enecta lo abbiamo intervistato per saperne di più sul raccolto della stagione trascorsa e delle prospettive future che riguardano il mondo della Canapa.
Come è andato il raccolto di Canapa 2017? Avete operato un solo raccolto stagionale o più di uno?
Quest’anno abbiamo raccolto la canapa al momento della maturazione del seme, tralasciando per necessità di tempo la raccolta che si effettua per la fibra a destinazione tessile. Per le condizioni climatiche di forte siccità e a causa di alcuni temporali molto intensi le varietà con una maturazione media hanno sofferto parecchio andando incontro ad allettamento e riduzione della resa in granella.
Su quale varietà avete lavorato? Caratteristiche di questa varietà?
In totale quest’anno abbiamo avuto 22 varietà registrate di cui 5 non ancora testate nel nostro campo sperimentale di Piacenza, tra queste si possono distinguere alcuni gruppi con differente epoca di maturazione, le precoci sono state raccolte attorno a fine agosto mentre per le tardive abbiamo aspettato fino al metà ottobre e nel mezzo sono state raccolte le varietà intermedie e medio tardive.
Altre caratteristiche che contraddistinguono queste varietà sono la colorazione del fusto che può essere verde o gialla, caratteristica che influisce sulla qualità della fibra e sulla sua decorticabilità. Il profilo dei cannabinoidi principali è un altro parametro di grande interesse, sia da un punto di vista normativo per contenere i residui di THC nei prodotti della canapa sia per valorizzare le inflorescenze ricche in CBD e altri metaboliti secondari.
Avete scelto questa varietà per un motivo ben preciso?
La disponibilità delle sementi nei quantitativi necessari alle prove di campo ci ha costretto a rinunciare ad alcune varietà che abbiamo preferito conservare per altre prove che saranno condotte in ambiente protetto.
Da un punto di vista qualitativo e quantitativo è possibile fare un confronto con il raccolto dello scorso anno?
Molte delle analisi sono ancora in atto quindi dal punto di vista qualitativo possiamo ancora dire poco, sicuramente dal punto di vista quantitativo alcune varietà hanno sofferto delle condizioni climatiche avverse che hanno causato forte allettamento poco prima della maturità del seme.
Parte del tuo progetto universitario si concentra anche sull’Olio, sia ad uso alimentare che cosmetico, come viene estratto e lavorato?
A partire dai semi operiamo due tipi differenti di estrazioni, a caldo con solvente organico per determinare il contenuto totale di olio e a freddo con una spremitrice da laboratorio per determinare le caratteristiche qualitative dell’olio come l’attività antiossidante e il profilo degli acidi grassi.
In Italia si registra un rinnovato e crescente interesse per il mondo della Canapa, cosa consigli ad un tuo coetaneo che vuole approcciare a questo mondo?
La prima cosa che consiglierei è quella di coinvolgere gli agricoltori locali per la gestione dei campi che richiedono uno sforzo intenso soprattutto per la raccolta delle piante, scegliere la varietà in funzione della destinazione d’uso quindi per produzione di inflorescenze piuttosto che di alimenti o olio essenziale.
Dal tuo punto di vista quali sono le criticità e i punti di forza del settore? E su cosa bisogna migliorare per il futuro?
Una delle criticità maggiori è la limitata disponibilità di sementi che spesso costringe alla scelta obbligata tra 2 o 3 varietà per chi non le ha acquistate per tempo. La forza maggiore di questo settore è la qualità del prodotto che ha caratteristiche molto utili per la salute umana, animale e soprattutto ambientale. In futuro mi aspetto che verranno create varietà migliorate per la resa in granella e per migliorare le operazioni di raccolta meccanizzata.