In Italia, la sostanza psicoattiva più diffusa e apprezzata, è la cannabis. Ma quanti italiani ne fanno uso? Quali sono le motivazioni che li spingono a farlo? La canapa con effetto stupefacente è considerata illegale nel nostro Paese, ma esistono anche altri usi e altre forme, permessi dalla legge, che interessano questa sostanza. Per questo, decidendo di addentrarsi nelle statistiche e nei dati del consumo di Marijuana in Italia, è doveroso compiere alcune distinzioni.
Secondo l’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossico dipendenze (EMCCDA), gli italiani che nel 2017 hanno dichiarato di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita rappresentano il 32,7 % della popolazione. La maggioranza dei consumatori (20,9 %) è costituita da giovani adulti con un’età compresa tra i 15 e i 34 anni.
Il dato denota una diffusione su larga scala della cannabis nel nostro Paese che si colloca al quarto posto, a livello europeo, per il consumo di questa sostanza. È opportuno, però, come si è accennato in precedenza, distinguere tra i vari usi della cannabis e notare come essi siano favoriti o scoraggiati dalla legislazione italiana.
L’uso ricreativo è proibito per quanto riguarda le sostanze con THC superiore allo 0,5%. Fumare “erba” è considerato un illecito amministrativo e porta a sanzioni o un ad un ammonimento formale. È soggetta a multe e a segnalazione alla prefettura anche la coltivazione casalinga e per uso personale della marijuana.
La cosiddetta cannabis light (con THC inferiore al 0,2 %) è legale dal 2016, grazie alla legge n. 242.
L’uso ricreativo di questa variante priva di effetto psicoattivo non è vietato dalla legge, ma neppure previsto nella normativa attuale. Essa contiene il CBD che ne consente l’uso in vari campi, dalla cosmetica alla parafarmacia, e la sua diffusione è in costante aumento.
La Cannabis terapeutica è stata legalizzata in Italia nel 2006 e la sua distribuzione è affidata ad organi militari.
Consideriamo ora nel dettaglio le varie categorie sopraelencate e la loro diffusione tra gli italiani, tenendo conto dei dati più recenti a nostra disposizione.
Lo studio europeo (EMCCDA) si basa su dati raccolti nel 2017 e non ancora aggiornati: gli italiani risultano essere i quarti consumatori di Cannabis in Europa, superati da Francia (44,8%), Danimarca (38,4 %) e Spagna (35,2%).
La marijuana è la sostanza stupefacente maggiormente usata nel vecchio continente, apprezzata da tutte le fasce di età. In Italia i fruitori più numerosi hanno meno di 34 anni, mentre i consumatori più anziani (più di 55 anni) rappresentano solo l’1,7 % del totale. Ad influire su questo dato, c’è la parziale illegalità della cannabis nel nostro Paese e i pregiudizi con cui la società e l’educazione cattolica hanno stigmatizzato questa pianta che pure si è dimostrata possedere delle incontestabili virtù: sia dal punto di vista terapeutico che del benessere fisico degli individui.
Le dinamiche di utilizzo cambiano a second dell’età.
Recenti interviste hanno rivelato che la maggior parte dei giovani, adolescenti e ventenni, predilige un’assunzione “collettiva” della sostanza, che favorisce le relazioni interpersonali e il senso di appartenenza al gruppo.
Andando avanti con l’età, mutano le motivazioni e le abitudini: la cannabis viene preferibilmente utilizzata in solitudine, per arginare lo stress e le preoccupazioni, o porre termine ad una faticosa giornata lavorativa.
Gli italiani che hanno fatto uso di cannabis almeno una volta nell’ultimo anno sono circa 6,5 milioni.
La città in cui il consumo è maggiore (circa 14 tonnellate annue) risulta essere Roma, che si colloca al sedicesimo posto nella classifica mondiale. Seguono Milano e Napoli.
La cannabis light è da distinguere dalla Marijuana illegale poiché la sua distribuzione è consentita dalla legge. È priva di effetto psicotropo e il suo uso per scopi ricreativi porta ad uno stato di rilassatezza senza “lo sballo” indotto dal THC.
La sua legalizzazione ha permesso a molti consumatori abituali di sceglierla al posto delle sostanze in mano alla criminalità organizzata.
L’uso del CBD è in costante crescita in Italia e, secondo recenti studi (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0014292119300066), sottrae, ogni anno, dai 90 ai 170 milioni di euro di guadagno al mercato illegale e alle piazze dello spaccio. Ha permesso, inoltre, la riduzione delle vendite dei farmaci di tipo A che necessitano della ricetta medica (ansiolitici, antidepressivi, sedativi, ecc.).
La marijuana per scopi medici è stata normalizzata in Italia nel 2006. Dal 2017 viene coltivata direttamente all’interno dei confini nazionali, sotto la supervisione del Ministero della Salute, senza dover dipendere dalle importazioni dall’Olanda. Ciò ha permesso un minor costo di vendita della sostanza.
L’opinione pubblica si è mostrata favorevole a questa novità: in un recente sondaggio, il 66% degli intervistati ha dichiarato di approvare l’uso terapeutico della canapa. (https://www.eusphera.com/studio-cannabis-terapeutica-eusphera.pdf). È ritenuta utile alla cura di diverse patologie: dall’ansia alla depressione, ma anche per malattie più gravi.
La sostanza è attualmente disponibile in due varianti attive: la cannabis FM1 e la cannabis FM2, entrambe distribuite alle farmacie esclusivamente dallo Stabilimento Chimico farmaceutico Militare di Firenze.
Il ministero Della Salute ha pubblicato i dati relativi al consumo di marijuana medica degli ultimi quattro anni. L’incremento delle vendite è costantemente in aumento. (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=5066&area=sostanzeStupefacenti&menu=organismo )
Nel 2018 sono stati distribuiti alle farmacie, e di conseguenza acquistati dai pazienti, 578.460 grammi di questa sostanza. Un’ingente quantità che promette di aumentare nel prossimo futuro. I maggiori consumatori (più del 25%) sono localizzati in Emilia-Romagna e in Toscana, in minor numero nel nord Italia e in Puglia, in minima parte nel resto della penisola.
L’aura di illegalità che ammanta ancora oggi la cannabis nel nostro Paese, pur con la parziale legalizzazione degli ultimi anni, ha probabilmente influito su questi dati. Scoraggiando molti che pure sarebbero tentati dall’acquisto di questa sostanza: connaturata da molti aspetti positivi e da una versatilità d’uso difficile da trovare altrove.
È notizia recente che lo stato di San Marino sta approvando una serie di leggi per la libera circolazione della Marijuana. Hanno pesato su questa decisione sia il mutare dei tempi che la consapevolezza dei grandi guadagni e delle nuove possibilità produttive ed economiche che la canapa reca con sé.
Un tale cambiamento di rotta gioverebbe sicuramente anche all’Italia, in cui già si stanno comunque notando gli effetti della legalizzazione della Cannabis light e della produzione industriale di sostanze a base di CBD.