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Coltivazione Canapa, quali semi scegliere?

Scritto da STAFF ENECTA | 2 dicembre 2016

 

L’Italia vive una fase di ritorno alla coltivazione della Canapa, un ritrovato entusiasmo che si manifesta al momento soprattutto al Nord, per numero di campi coltivati, ma anche al Sud sta riscoprendo il valore di una pianta che nel dopo guerra veniva coltivata in Italia in maniera massiccia, facendo del Belpaese uno dei primi produttori ed esportatori al mondo.

In Italia è possibile coltivare Canapa utilizzando semi che siano registrati nell’Unione Europea, che abbiano un contenuto massimo di THC certificato dello 0.2% tuttavia con la nuova legge il livello di tolleranza al THC è stato alzato fino allo 0.6%.
 
Prima dell’introduzione del nuovo Disegno di Legge era necessario comunicare alla stazione più vicina delle Forze dell’Ordine l’intenzione di coltivare Canapa, obbligo ora depennato, tuttavia la piantagione può essere oggetto ovviamente di tutti i controlli del caso.
 
Che tipo di semi ci sono e da dove provengono? Parlando della varietà italiana di Canapa ci sono la Carmagnola, la Fibranova e l’Eletta Campana tuttavia l’insufficienza di semi rispetto alla richiesta che arriva è possibile importare semi da Francia, Germania e più in generale dall’Europa dell’Est.
 
La varietà di Canapa disponibili si distinguono in due categorie, le dioiche e le monoiche.
 
Le Dioiche generano sia piante maschili che piante femminili, dopo la fioritura i maschi muoiono mentre le piante femmine maturano i semi.
 
Le Monoiche invece generano fiori maschili e femminili sulla stessa pianta.
 
Per ottenere fibra e canpulo, biomassa cellolosica, si raccomanda di usare le varietà dioiche, tra le quali c’è ad esempio la Carmagnola, la Fibranova, Eletta Campana, Tiborszallasi.
 
Se invece nella fase di raccolta è necessario prendere anche il seme, bisogna utilizzare varietà moniche, tra le quali ci sono la Futura, Felina, KC Dora, Monocia.

fonti: canapaindustriale.it