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CBD e prevenzione, i benefici del cannabidiolo

Scritto da STAFF ENECTA | 25 agosto 2020

Prevenire è meglio che curare, diceva un famoso spot pubblicitario.

Cosa c'è di meglio allora del CBD, per prendersi cura della vostra salute?

Stiamo parlando di un principio attivo della pianta di cannabis, totalmente naturale e privo di effetti collaterali, che interagisce con il nostro sistema endocannabinoide.

Il suo scopo è quello di mantenere in equilibrio le funzioni del nostro corpo, garantendo la nostra salute, il nostro benessere quotidiano e un contributo importante nella prevenzione della malattia.

Grazie all'assenza di effetto psicotropo, è ben tollerato dal nostro organismo ed è un ottimo alleato grazie ai suoi effetti analgesici, ansiolitici, antidepressivi, antiepilettici, antiemetici, miorilassanti e neuroprotettivi.

Anche a fronte di dosi elevate, il profilo di sicurezza del cannabidiolo cbd rimane elevato, sia esso sotto forma di olio di cbd o di altri prodotti provenienti da estrazione effettuata da piante di canapa, presentando sempre e comunque pochissimi fattori di rischio.

All’interno del più grande insieme della cosiddetta Cannabis Medica, il ruolo del CBD nella prevenzione primaria o prevenzione secondaria può quindi essere considerato molto importante grazie ad alcuni effetti del cannabidiolo che agiscono su aree funzionali ben precise del nostro organismo.

Parlando di CBD ed effetti collaterali, le casistiche sono veramente minime e per la maggior parte dei casi viene riscontrata secchezza delle fauci. Qui trovate un approfondimento sugli effetti collaterali del CBD.

CBD e Prevenzione: come può aiutarci il cannabidiolo?

L’uso del cannabidiolo (CBD) per il benessere della persona è stata una delle grandi rivelazioni degli ultimi anni.

Si tratta di un prodotto naturale, non psicoattivo e estratto direttamente dalla pianta di cannabis.

Il cannabidiolo può essere assunto in una grande varietà di modi e si presenta in vari prodotti: oli di CBD, cristalli, creme, pomate.

Il cannabidiolo non crea assuefazione ma, bensì, ha dimostrato di avere interessanti proprietà antinfiammatorie, antidolorigiche e rilassanti. Tuttavia, nonostante la grande versatilità d’uso per il trattamento di condizioni specifiche, può essere molto utile anche in fase di prevenzione, aiutandoci a mantenere uno stato generalizzato di benessere.


Nello specifico, andremo a vedere come il CBD può essere un'ottimo strumento di prevenzione per quello che riguarda il diabete e l'obesità, la salute e il corretto funzionamento del nostro sistema cardiocircolatorio, la prevenzione del cancro e di diversi tipi di tumori, la protezione in ambito neurologico e la cura della nostra pelle.

 

Il Cbd riduce il rischio di diabete e di obesità

Diversi studi hanno dimostrato che i consumatori regolari di cannabis hanno un indice di massa corporea più basso, circonferenze della vita minore e un ridotto rischio di diabete e obesità.

Un rapporto del 2011 pubblicato sull'American Journal of Epidemiology, basato su un sondaggio con oltre 52.000 partecipanti, ha concluso che i tassi di obesità sono di circa un terzo più bassi tra i consumatori di cannabis.

Questo succede nonostante i partecipanti tendano a consumare un quantitativo maggiore di calorie al giorno, eventualità correlata alla stimolazione che il THC effettua sulla grelina, un ormone che aumenta l'appetito ma allo stesso tempo aumenta il metabolismo dei carboidrati.

Uno studio del 2006  intitolato "Il cannabidiolo riduce l'incidenza del diabete nei topi diabetici non obesi" ha dimostrato che il CBD ha la capacità di abbassare l'incidenza del diabete nei topi da laboratorio.
Secondo questo studio, il CBD può inibire e ritardare l'insulite degenerativa e la produzione di citochine infiammatorie, riducendo l'incidenza del diabete.

Nel 2015 invece, un gruppo di studi misto Israele-Usa ha iniziato i lavori verso un ulteriore fase di utilizzo del CBD come trattamento per il diabete.

La ricerca ha dimostrato che il CBD aiuta il corpo a convertire il grasso bianco in grasso bruno per ridurre il peso, stimolando la normale produzione di insulina e il metabolismo degli zuccheri.

I consumatori regolari di cannabis hanno un IMC inferiore.

In uno studio che ha coinvolto 4.600 persone, si è scoperto che i consumatori di cannabis hanno livelli di insulina a digiuno più bassi fino al 16% rispetto ai loro omologhi che non ne fanno uso. Oltre a questo, hanno anche livelli più alti del colesterolo HDL, che protegge dal diabete

Gli intervistati che avevano usato cannabis nella loro vita ma non erano consumatori attuali hanno mostrato parametri simili ma meno pronunciati, dimostrando che l'effetto protettivo della cannabis svanisce con il tempo.

L'eccesso di insulina promuove la conversione degli zuccheri in grasso che viene immaganizzato nel nostro corpo,  portando all'aumento di peso e all'obesità.
La ricerca che sta emergendo sull'interazione tra i cannabinoidi e la regolazione dell'insulina può portare ad alcune importanti scoperte nella prevenzione dell'obesità e del diabete di tipo 2.

 

Il CBD migliora il profilo del colesterolo e riduce il rischio di malattie cardiovascolari. 

Uno studio del 2013 ha misurato i dati di 4.652 partecipanti sull'effetto della cannabis sui sistemi metabolici, confrontando i non consumatori con i consumatori attuali e passati.

Le evidenze riscontrate dimostravano che i consumatori regolari avevano livelli ematici più alti di lipoproteine ad alta densità (HDL-C), detto anche "colesterolo buono".

Lo stesso anno, un'analisi su oltre 700 membri della comunità Inuit in Canada ha evidenziato che i consumatori regolari di cannabis avevano livelli più alti di HDL-C e livelli leggermente più bassi di LDL-C ("colesterolo cattivo").

Questo ci porta a parlare dell'aterosclerosi, ovvero al'indurimento e perdita di elasticità delle pareti delle arterie per la formazione di placche costituite da lipidi.

Legata alla dieta e allo stile di vita, l'aterosclerosi è una delle patologie più comuni e riscontrate nelle nazioni occidentali sviluppate e può portare a malattie cardiache o ictus.

Si tratta di un disturbo infiammatorio cronico che comporta il progressivo deposito di placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni.

Un crescente numero di prove suggerisce che l'attività degli endocannabinoidi gioca un ruolo critico nella patologia dell'aterogenesi, ovvero il processo di formazione dell'aterosclerosi, che viene intesa e trattata come una risposta fisica del nostro corpo a lesioni nel rivestimento delle pareti arteriose, causate da alta pressione sanguigna, microbi o agenti infettivi, o alla presenza eccessiva di un amminoacido chiamato omocisteina.

Gli studi recenti hanno dimostrato che le molecole infiammatorie stimolano un circolo vizioso che porta a lesioni aterosclerotiche. I trattamenti esistenti hanno una discreta efficacia, anche se portano numerosi effetti collaterali.

L'azione degli endocannabinoidi, attraverso i recettori CB2, triplicano il potenziale di risposta allo stimolo infiammatorio, permettendo all'anandamide e al 2-AG, i cannabinoidi naturali dell'organismo, di diminuire le risposte infiammatorie.

Una sperimentazione animale del 2005 ha mostrato che i cannabinoidi ingeriti per via orale e a basso dosaggio hanno rallentato la progressione dell'aterosclerosi.

I ricercatori l'anno successivo scrissero che la capacità di regolazione del sistema immunitario dei cannabinoidi era "ben consolidata" nella scienza e suggerirono che essi avevano un ampio potenziale terapeutico per una varietà di condizioni, inclusa l'aterosclerosi.

 

Uno studio su animali del 2007 ha invece mostrato che il CBD ha un effetto cardioprotettivo durante gli attacchi cardiaci.

Nello stesso anno sono stati pubblicati ulteriori dettagli sul ruolo e sul coinvolgimento dei recettori CB1 e CB2 nelle malattie cardiovascolari.

 

Il CBD potrebbe ridurre il rischio di cancro

Il cannabidiolo potrebbe aiutare a prevenire i tumori e altri tipi di cancro prima che crescano? Cosa sappiamo dagli studi effettuati in materia?

Uno studio del 2012 ha dimostrato che gli animali trattati con CBD avevano molte meno probabilità di sviluppare il cancro al colon. Questo è stato rilevato dopo aver indotto il gruppo di cavie con agenti cancerogeni, in laboratorio.

Diversi studi avevano già dimostrato che il THC previene i tumori e li riduce, tra cui uno nel 1996 su modelli animali che ha trovato che diminuiva l'incidenza di tumori adenoma sia benigni che epatici.

Nel 2015, gli scienziati hanno condotto uno studio sulle cartelle cliniche di oltre 84.000 pazienti maschi in California. Coloro che utilizzavano cannabis, ma non tabacco, avevano un tasso di cancro alla vescica che era del 45 per cento inferiore alla norma.

I prodotti topici possono essere usati per trattare e prevenire i tumori della pelle.

La continua ricerca è focalizzata sul miglior rapporto tra CBD e THC e sul livello di dose più efficace nella prevenzione e nel trattamento del cancro.

Una revisione pubblicata su PubMed fà una bella panoramica su quelli che sono gli studi e lo stato dell'arte circa la relazione tra cannabis, cbd e cancro.

 

Il cbd è neuroprotettore e aiuta a combattere la neurodegenerazione e il rischio legato a traumi.

I cannabinoidi sono neuroprotettori, il che significa che aiutano a mantenere e regolare la salute del cervello.

Gli effetti sembrano essere correlati a diverse azioni che hanno sul cervello, tra cui la rimozione delle cellule danneggiate e il miglioramento dell'efficienza dei mitocondri.

Il CBD e altri composti antiossidanti della cannabis lavorano per ridurre la tossicità del glutammato, una delle cause stimola le cellule nervose del cervello verso uno stato infiammatorio, facendo sì che le cellule diventino troppo stimolate, portando a danni cellulari o alla morte delle cellule stesse.

Grazie a questa azone, i cannabinoidi aiutano a proteggere le cellule cerebrali, mantenendo l'organo sano e funzionante nella maniera corretta.
È stato quindi dimostrato che il CBD ha anche un effetto antinfiammatorio sul cervello.

I cannabinoidi aiutano a mantenere e regolare la salute del cervello: con l'invecchiamento dell'organismo, la creazione di nuovi neuroni rallenta notevolmente.

Per mantenere la salute del cervello e prevenire le malattie degenerative, è necessario creare continuamente nuove cellule.

Uno studio del 2008 ha dimostrato che basse dosi di cannabinoidi come CBD e THC aiutano la creazione di nuove cellule nervose, anche nel caso di cervelli che "invecchiano".

Oltre a questo, è noto come Il CBD aiuti anche a prevenire altre malattie di carattere neurologico come la neuropatia e il morbo di Alzheimer.

 

Il cannabidiolo rinforza e protegge le ossa 

I cannabinoidi facilitano il processo del metabolismo osseo.

Significa che l'assunzione di CBD velocizza il ciclo di sostituzione del vecchio materiale osseo con quello nuovo, arrivando ad un tasso di circa il 10% all'anno, fondamentale per mantenere le ossa forti e sane nel tempo.

In particolare, è stato dimostrato che il CBD blocca un enzima che distrugge i composti di costruzione delle ossa nel corpo, riducendo il rischio di malattie ossee legate all'età come l'osteoporosi e l'osteoartrite.

In entrambe queste malattie, il corpo non sta più creando nuove cellule ossee e cartilaginee rendendo debole e fragile il nostro sistema scheletrico.

Il CBD stimola la formazione di nuove cellule ossee. Per questo motivo si è scoperto che accelera la guarigione delle ossa rotte, diminuendo anche la probabilità di fratturare nuovamente l'osso (le ossa sono più forti del 35-50% rispetto a quelle dei soggetti non trattati).

 

Il CBD protegge e cura la pelle.

Il CBD può prevenire e riparare i danni creati dai radicali liberi, così come dii raggi UV e gli inquinanti ambientali.

La pelle ha la più alta quantità e concentrazione di recettori CB2 di tutto il nostro corpo.

Gli antiossidanti contenuti nel CBD (più potente delle vitamine E e C), se applicati per via topica tramite creme, unguenti oppure olio, possono riparare i danni causati dai radicali liberi come i raggi UV e gli inquinanti ambientali.

I recettori cannabinoidi si trovano nella pelle e sembrano essere collegati alla regolazione della produzione di olio nelle ghiandole sebacee.

I prodotti topici a base di cannabis sono in fase di sviluppo per il trattamento di problemi correlati, dall'acne alla psoriasi, e possono promuovere una più rapida guarigione della pelle danneggiata.

Sono numerosissimi i documenti storici che dimostrano l'utilizzo di preparati a base di cannabis per la guarigione dalle ferite, sia per le persone che per gli animali. Una tradizione diffusa in tutto il globo, e perpetuata per migliaia di anni.

Al giorno d'oggi, l'uso di olio di cbd concentrato per il trattamento del cancro della pelle sta guadagnando popolarità sempre maggiore.
Una serie di casi ben documentati testimoniano come diverse persone abbiano curato sia il melanoma che i tumori della pelle di tipo cancerogeno con l'applicazione di prodotti topici a base di CBD.

Sul portale PubMed, potrete trovare uno studio dal titolo "Cannabinoidi nella fisiopatologia dell'infiammazione cutanea" che si propone di dettagliare e chiarire lo stato della ricerca scientifica su questo argomento, spiegando il funzionamento dei cannabinoidi nel contesto delle principali malattie infiammatorie dermatologiche, e le loro interazioni con altre sostanze e applicazioni emergenti nel trattamento di queste condizioni.

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