Insonnia e CBD, il potenziale terapeutico del cannabidiolo
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Oggi si tende a non essere così fiscali sulle diagnosi perché esistono diverse sfumature e sottotipi, che un esperto potrà individuare tramite test specifici. In questo articolo parleremo di che cos’è l’ADHD e di come il CBD può essere utile per contrastarne i sintomi.
Sembrerebbe che circa il 5% della popolazione infantile nasca con un disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività. Secondo il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali) per parlare di ADHD o disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività nei bambini, è necessario trovarsi in presenza di determinati pattern comportamentali, tra cui disturbi dell’attenzione e iperattività, difficoltà di concentrazione e impulsività incontrollata. Inoltre, questi tipi di comportamento dovrebbero insorgere prima dei 12 anni e compromettere significativamente gran parte delle attività quotidiane.
Incapacità di stare fermi per troppo tempo o di restare seduti a lungo
Avere l’abitudine di rispondere alle domande in modo frettoloso, prima ancora di aver ascoltato la domanda
Interrompere frequentemente gli altri durante la conversazione e non riuscire ad attendere il proprio turno per parlare
Le cause dell’ADHD possono essere riconducibili a fattori di ereditarietà oppure dipendere da problemi di nascita gravemente prematura o altri problemi del feto durante la gravidanza. Il disturbo da deficit di attenzione ha sicuramente delle basi biologiche ma naturalmente può essere favorito o contenuto da fattori ambientali e dalla situazione familiare. È importante riconoscere subito i sintomi dell’ADHD per poter intervenire con un trattamento combinato, che prevede solitamente un lavoro psicologico e in alcuni casi anche un trattamento medico e farmacologico.
Il lavoro psicologico con un esperto si concentra su un lavoro cognitivo comportamentale potenziare l’attenzione e lavorare sulla gestione dell’iperattività e la difficoltà di concentrazione. È importante raggiungere un’autonomia comportamentale costruttiva, scolastica nel caso dei bambini, organizzativa e lavorativa nel caso degli adulti e un’adeguata capacità di regolare le emozioni per entrambe le categorie.
Spesso purtroppo si arriva tardi a una diagnosi clinica, scambiando la difficoltà di attenzione e l’iperattività per capricci o brutto carattere.
Una diagnosi tempestiva e un sostegno genitoriale e psicologico adeguato possono essere la chiave di volta per sensibili miglioramenti. Al contrario, nessun tipo di trattamento, un ambiente poco comunicativo, un uso eccessivo e poco controllato dei dispositivi tecnologici come smartphone e playstation, possono aumentare i disturbi dell’attenzione e i livelli di iperattività.
È importante ricordare che per esseri sicuri di essere di fronte a un caso di disturbo da deficit dell’attenzione, bisogna essere in presenza di una diagnosi di tipo clinico, che viene effettuata attraverso una serie di test specialistici.
Il disturbo da deficit dell’attenzione cambia con la crescita. Se nei bambini tende a manifestarsi con i sintomi che vi abbiamo elencato, negli adolescenti e negli adulti la sintomatologia cambia. Possono essere riscontrati frequentemente i seguenti sintomi:
Distraibilità
Tendenza ad annoiarsi facilmente
Irrequietezza
Logorrea
Disorganizzazione
Incapacità di focalizzarsi sul tema principale di una discussione
Frustrazione facile di fronte a compiti che richiedono impegno
Il CBD o cannabinolo è un cannabinoide prodotto dalla pianta di cannabis sativa, completamente privo di proprietà psicoattive ma ricco di proprietà terapeutiche. L’azione del CBD è determinata dalla sua interazione con i recettori presenti nel nostro sistema endocannabinoide. Il sistema endocannabinoide serve a regolare alcune tra le nostre principali funzioni psicologiche, per esempio appetito, piacere, dolore. Il CBD contribuisce a supportare il benessere complessivo del sistema endocannabinoide, fungendo da equilibratore. Questa funzione gli permette di avere un effetto terapeutico nel contrastare alcune patologie, come l’ansia, il dolore cronico, l’epilessia e alcune patologie neuropatiche.
Uno studio ha esaminato l’azione dei cannabinoidi tra i vari sottotipi del disturbo da deficit dell’attenzione. La ricerca, effettuata su un campione abbastanza ampio, ha rilevato che i cannabinoidi possono essere particolarmente efficaci in casi di ADHD con spiccate tendenze all’iperattività e all’impulsività. Come evidenzia questo altro studio, inoltre, il CBD può essere molto efficace nel contrastare l’ansia e il disturbo post traumatico da stress. Si tratta di un elemento molto utile a gestire e contenere molti dei sintomi dell’ADHD, che spesso si cronicizzano anche per lo stato d’ansia provocata da una mancata gestione emotiva.
Sì, il CBD può alleviare alcuni dei sintomi principali del disturbo da deficit dell’attenzione. Le proprietà ansiolitiche contribuiscono a ridurre i livelli di iperattività, favorendo un rilassamento di mente e corpo che non può che giovare a un ADHD. Inoltre, il CBD può aumentare i livelli di concentrazione e aiutare chi lo assume a essere più focalizzato e meno dispersivo.
Gli effetti più importanti del CBD su chi soffre di ADHD sono legati all’azione rilassante e distensiva del principio attivo, che lavora appunto su alcuni dei sintomi principali del disturbo. Gran parte delle persone che soffrono di disturbo dell’attenzione e iperattività soffrono anche di insonnia. Il CBD riesce a contrastare questo disturbo favorendo il momento dell’addormentamento e migliorando la qualità del sonno.
Una migliore qualità del sonno può essere fondamentale per chi soffre di ADHD e portare enormi benefici anche nel quotidiano, diminuendo la difficoltà di concentrazione e favorendo un umore positivo e più facilmente auto gestibile.
Il CBD può essere somministrato in diverse forme, infiorescenze oppure estratti ossia cristalli, capsule e olio di CBD. Il principale vantaggio dell’olio di CBD, che è il prodotto più apprezzato e utilizzato in ambito medico, è il fatto che se l’olio di CBD è di qualità sapore e odore sono pressoché inesistenti. Queste caratteristiche lo rendono particolarmente appetibile per i bambini, che spesso rifiutano di assumere sostanze a causa del cattivo sapore o odore. Inoltre, l’olio al CBD può essere somministrato direttamente sotto la lingua ma anche diluito in una bevanda dolce o messo nel gelato. Con l’olio di CBD è possibile preparare caramelle, cioccolatini, dolcetti e persino gomme da masticare, che rendono semplice e piacevole l’assunzione di CBD da parte dei bambini.
Nonostante, come vedremo, il CBD non abbia effetti collaterali importanti, è necessario iniziarne l’assunzione in modo graduale e seguiti dal proprio medico, soprattutto se parliamo di bambini. Il medico terrà conto della situazione specifica del paziente e a seconda del grado del disturbo da deficit d’attenzione, deciderà sul dosaggio da somministrare. Il fai da te è consigliato solo agli adulti che sentono di avere difficoltà di concentrazione, disturbi dell’attenzione e iperattività da domare. Anche in questo caso può essere utile concordare una terapia con il proprio medico di fiducia. Tuttavia, il CBD al 10% può essere un ottimo punto di partenza per iniziare a sperimentare gli effetti benefici del CBD sull’ADHD.
Uno dei grandi vantaggi del somministrare CBD in casi di disturbo da deficit di attenzione è la quasi totale assenza di effetti collaterali. Il CBD non ha proprietà psicoattive ma neanche effetti sedativi. Questo fattore lo rende particolarmente adatto e sicuro anche per i bambini. Nei trattamenti terapeutici vengono utilizzate anche capsule al CBD, particolarmente utili a chi preferisce assumere compresse. Gli unici effetti collaterali riscontrati durante studi clinici con il CBD sono una leggera nausea e una lieve spossatezza. Si parla tuttavia di trattamenti con dosaggi di CBD molto molto alti, spesso utilizzati per patologie differenti dall’ADHD.
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