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CBD (Cannabidiolo), aiuta a contrastare il rallentamento cognitivo?

Scritto da STAFF ENECTA | 9 aprile 2018

 

Il CBD può aiutare a ridurre il deterioramento del cervello? Secondo alcuni Studi potrebbero esserci ottime possibilità sfruttando le caratteristiche del cannabidiolo. Andiamo a vedere!
 
Di cosa parliamo?

A causa di patologie o per il naturale invecchiamento del sistema cognitivo, il cervello dell’uomo può subire alterazioni cognitive che vanno ad influire ad esempio sulla memoria, sulla capacità di risolvere i problemi, sul linguaggio o su svariati altri fattori.
 
Il ruolo del CBD e gli Studi condotti
 
Per capirne di più citiamo uno studio pubblicato su Frontiers in Pharmacology, realizzato da due team di scienziati dell’Università di Harvard e quella di Tuft.

Sono state prese in esame 24 persone che usano abitualmente la Cannabis in modalità terapeutica e sono state analizzate le loro capacità cognitive. Queste persone hanno problemi di depressione e impulsività.

Dopo tre mesi di osservazione i due Team hanno riscontrato una migliore capacità di sviluppare alcune funzioni di carattere cognitivo.

Questo perché? Probabilmente perché è aumentata la qualità del sonno e in generale del loro stato psicofisico, a cui si è accompagnata una diminuzione dell’uso di oppiacei.

Le persone che hanno preso parte allo Studio hanno assunto il CBD con dosaggi diversi, e in taluni casi, va precisato, gli scienziati hanno utilizzato anche THC.

 

 

CBD e Alzheimer

Uno Studio, datato 2014, condotto da un Team di studiosi, formato da David Cheng, Jac Kee Low, Warren Logge, Brett Garner e Tim Karl, ha messo il luce come il Cannabidiolo potrebbe riportare a zero il deficit cognitivo causato dall’Alzheimer sperimentato in laboratorio sui topi, mentre in un medesimo Studio viene indagata l’azione neuroprotettiva dei cannabinoidi come fattore di prevenzione dell’Alzheimer.

Conclusioni

La Scienza ha fatto enormi passi in avanti nell’indagare il rapporto tra Scienza e Cannabis, di come alcuni estratti, vedi il CBD, possano essere molto importanti in alcune patologie. Tuttavia, come spesso ripetiamo, è importante che la Ricerca vada avanti, che si investa sempre più in Studi per migliorare la qualità del quotidiano delle persone e non fermarsi a risultati parziali e incompleti.

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