Carola Pérez è una donna che ha trasformato un brutto incidente in un progetto che contribuisce oggi a migliorare la vita di molte persone.
Presidente dell'Osservatorio Español de Cannabis Medicinal y Asociación dosemociones. Dosemociones, Carola Perez coordina la prima associazione a fornire consigli e informazioni agli utenti cui viene erogata la cannabis con finalità terapeutiche.
Nata nel 2015, l’associazione ha promosso la creazione dell'Osservatorio spagnolo della cannabis medica (OECM), con l’obiettivo di promuovere, coordinare e realizzare progetti che ne facciano comprendere meglio le proprietà e gli usi terapeutici.
Allo stesso tempo, l’associazione cerca di essere da supporto per enti pubblici e privati, informando le istituzioni con il supporto di studi scientifici e studi clinici.
Carola all’età di 11 anni fu vittima di una grave caduta a seguito della quale riporta la rottura del coccige.
L’incidente fu così traumatico che all’età di 18 anni fu reso necessario un intervento chirurgico per la rimozione dell’intero coccige. Non fu l’unico, in quattro anni Carola Perez viene operata 10 volte.
Per Carola il dolore era talmente forte da non permetterle più di condurre una vita normale; decide così di ricercare trattamenti alternativi alle cure che stava portando avanti e la sua vita migliora sensibilmente quando conosce i membri del Holy Le Club, una delle più antiche associazioni di utilizzatori cannabis di Madrid.
Con loro Carola inizia a fare uso della pianta.
“Ho conosciuto questa associazione grazie ad un amico - racconta dalle pagine del suo portale web - e quando ho iniziato ad acquisire conoscenza sul tema attraverso libri e conversazioni con persone che hanno usato la cannabis per un lungo periodo, ho iniziato con loro a creare un protocollo per tutti gli utenti terapeutici dell’associazione. Era qualcosa che mi piaceva e il risultato finale era gratificante. Negli anni abbiamo riunito i pazienti, abbiamo chiacchierato e condiviso informazioni”.
"La cannabis è una medicina e come paziente mi piacerebbe viaggiare senza doverla nascondere, senza sentirmi una criminale, mi piacerebbe poterla ottenere in qualsiasi associazione, in qualsiasi farmacia, dispensario, ovunque, con una qualità ottimale e un prezzo accessibile, insieme al miglior metodo e amministrazione”.
Carola Lopez si è fatta portavoce dei bisogni dei pazienti fino a Bruxelles dove ha incontrato i rappresentati della politica, i media e portatori di interessi con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema cannabis.
In Spagna è legale la coltivazione della cannabis a scopo personale, ciò può avvenire anche in modo collettivo attraverso i Cannabis Social Club.
I Cannabis Social Club sono luoghi all’interno dei quali i soci possono consumare cannabis con finalità terapeutiche e ricreativa, si tratta di associazioni senza scopo di lucro in cui spesso gli associati sono anche coltivatori.
All’interno del club non è possibile acquistare o vendere cannabis, la quale appartiene a tutti i soci del club; le quote di adesione dipendono dalle quantità di cannabis necessaria per ogni singolo componente del club.
“Nel movimento cannabico abbiamo fatto un grande lavoro per cambiare la percezione sociale della cannabis, e credo che questi obiettivi siano stati raggiunti. Le nuove generazioni non capiscono né accettano il proibizionismo e in futuro non potrà che essere così. I partiti politici lo sanno e alcuni hanno cambiato radicalmente la propria posizione. […]” commenta Martin Barriuso, storico leader antiproibizionista spagnolo, fra i creatori del movimento dei Cannabis Social Club in Spagna e fondatore della storica Federazione della Associazioni Cannabiche (FAC).