“Al Gaslini 22 bambini e adolescenti hanno dovuto interrompere la terapia da dicembre, almeno altri 50 non hanno potuto iniziarla perché manca la cannabis”, è Luca Manfredini, referente per il dolore cronico e le cure palliative pediatriche presso l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, a lanciare da le pagine di LaRepubblica l’allarme.
Il Gaslini è l’unico in Italia che da circa tre anni ha cominciato ad utilizzare la cannabis terapeutica per specifiche, e gravi, patologie.
Una situazione grave che sottolinea un problema ormai noto, cioè quello dell’approvvigionamento insufficiente di Cannabis per i tanti pazienti che in Italia hanno questo tipo di cure.
Nel caso del Gaslini, i casi che il Team di specialisti ha ritenuto idoneo alla cura hanno dato risultati eccellenti, purtroppo però in Liguria, così come in tante altre regioni, le scorte sono esaurite e molti genitori sono pronti a rivolgersi anche al mercato nero pur di dare sollievo ai propri piccoli.
Un argomento questo che abbiamo più volte trattato in passato, lo scorso gennaio a Lecce malati in rivolta per la mancanza di Cannabis Terapeutica con cui supportare e curare le proprie patologie.
Circa 350 malati di Sla, malattie neurodegenerative, epilessie, tumori attendono chi da mesi, chi da settimane, la chiamata della Asl per ritirare la propria Cannabis. Se dalla Puglia ci spostiamo in Veneto, nella provincia di Treviso, la situazione non cambia di molto.
L’Ospedale di Treviso insieme a quello di Verona è un punto di riferimento a livello regionale per la preparazione e distribuzione della materia prima alle farmacie e ai pazienti.
Durante il periodo natalizio ci sono stati casi di persona che hanno aspettato fino ad un mese prima di ottenere il prodotto prescritto.
Anche in questo caso, come in Puglia, parliamo di malati che quotidianamente hanno a che fare con malattie come la Sla, spasticità da lesioni midollari, Tumori e Hiv, ma anche per stimolare l'appetito nei casi di anoressia o per diminuire la pressione del glaucoma.
Sebbene non vi siano ancora dati precisi, negli ultimi tre anni l’aumento del fabbisogno nazionale sarebbe aumentato di circa 100 chili l’anno, con un consumo stimato di 350 chili per il 2017 e di ben 500 chili per il 2018.