È il tema che abbiamo affrontato durante una delle nostre Live Social, con il dottor Francesco Perugini Billi, esperto in cannabis medica, nutrizione, malattie allergiche e medicine non convenzionali. Quando parliamo di medicina non convenzionale, intendiamo tutte quelle pratiche che non rientrano nella medicina tradizionale.
Cannabis terapeutica: cos’è e quando si usa
Cannabis terapeutica e studi scientifici
Le proprietà terapeutiche del CBD
CBD, Sport e campi di applicazione
Quando parliamo di cannabis terapeutica intendiamo infiorescenze femminili di cannabis sativa o estratti di cannabis sativa da utilizzare all’interno di uno specifico piano terapeutico. Per accedere alla cannabis terapeutica è necessario rivolgersi alle Asl e ai medici prescrittori, che una volta stabilita l’inefficacia delle cure tradizionali, possono decidere di integrare la terapia con l’utilizzo della cannabis.
In Italia chi accede a questa tipologia di cure può utilizzare le seguenti varietà: Bedrocan, Bedica, Bedrobinol, Bediol, Bedrolite, FM1, FM2, Pedanios.
“La cannabis terapeutica - racconta il dottor Perugini Billi - si dimostra efficace nel contrastare il dolore, il dolore neuropatico, lo stress, gli stati d’ansia ed altri numerosi casi. In linea di massima, bisognerebbe intervenire con la cannabis quando i pazienti hanno effetti collaterali con le terapie tradizionali o non hanno proprio una risposta. Non parliamo mai di terapia alternativa ma di terapia integrativa.”
Gli ambiti terapeutici all’interno dei quali la cannabis ha una risposta efficace possono essere molteplici.
Il dottor Perugini Billi ci ha raccontato la sua esperienza professionale con la cannabis terapeutica sia con bambini autistici e con deficit dell'attenzione, sia con anziani affetti da terapie neurodegenerative.
DR: “La cannabis ha grandi potenzialità, speriamo che in futuro il suo utilizzo sia sempre maggiore. Oggi abbiamo una letteratura scientifica con più di 300 pubblicazioni che ne dimostrano l’efficacia contro il dolore, uno dei settori maggiormente studiati. Abbiamo studi su fibromialgia, autismo, tratto gastro intestinale. È mondo in espansione, anche dal punto di vista degli studi scientifici."
Il CBD è uno dei cannabinoidi presenti nella cannabis, ha grandissime potenzialità, come ci racconta il dottore.
"Noi stessi, che prescriviamo spesso (cannabis ed i suoi estratti, ndr) esploriamo campi che la letteratura scientifica deve ancora indagare, questo dimostra quanto c’è ancora da studiare e quanto possa essere utile la ricerca clinica.”
GC: "Dottore, quali sono le principali proprietà terapeutiche del CBD?
DR: “Il CBD ha un’azione analgesica, antinfiammatoria, ansiolitica, antiproliferativa, rallenta il movimento delle metastasi, è neuroprotettivo, si utilizza nell’ambito del dolore e dello spasmo, soprattutto se è un dolore che ha una base infiammatoria. Le possibilità sono numerose, lo usiamo come già detto, nello stress, ansia, dolore neuropatico, epilessia, certe forme di dolore reumatico, colon irritabile, per il Crohn, l’elenco può essere lungo.”
GC: "Da quanto tempo utilizza il CBD con i suoi pazienti?"
“Io utilizzo il CBD ormai da anni, soprattutto nel dolore e nello spasmo, ovviamente associato al THC ha un’azione ancora più efficace, comunque utilizzato come singola molecola ha un campo di applicazione molto molto vasto anche per applicazioni topiche, nelle problematiche genitali. Nell’insonnia lavora soprattutto nel preparare la persona a dormire, non come un sonnifero, ma come un agente che riduce quei sintomi che portano all’insonnia, torniamo ancora allo stress, al dolore, allo spasmo. Anche per il ciclo mestruale si dimostra molto efficace, ricordiamo che l’utero è ricco di recettori come CB1 e CB2, con il quale il CBD interagisce molto bene. Anche nel diabete può avere un’azione di regolazione, riducendo gli effetti drammatici di un diabete cronico. Il CBD può dare davvero risultati inaspettati.”
Abbiamo chiesto al dottore qualche consiglio sul tema del dosaggio, uno degli aspetti su cui chi assume CBD si interroga maggiormente.
Esattamente come per i farmaci tradizionali, non c'è una risposta standardizzata, tutto dipende dalle esigenze specifiche e dalla risposta del corpo di ogni singolo individuo.
DR: “Il sistema endocannabinoide è diverso in ogni persona, quindi ogni soggetto risponde in maniera diversa. C’è chi con tre gocce ha una reazione immediata e chi invece ha necessità di 30 gocce. Dipende anche dal livello di tonicità del sistema endocannabinoide. Il livello di tonicità cambia, la terapia può essere più o meno impegnativa. Il dosaggio corretto va ricercato costantemente nel rapporto con il paziente.”
GC: Un'altra domanda. Cosa devono fare gli utenti che intendono avvicinarsi alla cannabis come opportunità terapeutica?
DR:" Dipende dalle problematiche, se hanno patologie gravi o croniche e possono essere rimborsate, possono rivolgersi ai consultori o alle Asl. Per tutti gli altri, si può fare automedicazione con il CBD, se invece si cerca un piano integrato, è necessario rivolgersi ad un medico esperto nel settore.”
GC: il Cannabidiolo ormai da anni trova campo di applicazione anche in ambito sportivo. Sempre più atleti ed appassionati utilizzano il CBD per dare sollievo al proprio stato psicofisico dopo un allenamento o una gara. Cosa può dirci al riguardo?
DR: “In America c’è tutto un filone che si sta sviluppando sul tema del CBD in ambito sportivo, con prodotti che possono essere anche mangiati, utilizzata soprattutto nel recupero dopo le performance particolarmente impegnative, in cui può esserci dolore muscolare o tendineo. Dal mio punto di vista gli ambiti di applicazione della cannabis e dei suoi estratti sono più di quelli che riusciamo a immaginare. Nella mia pratica clinica provo sempre a sperimentare l’applicazione del CBD, è una possibilità terapeutica che può dare soddisfazioni.”
Ciò che emerge al termine della nostra intervista con il dottor Perugini Billi, è un futuro in cui la cannabis può essere sempre più efficace all'interno di specifici percorsi terapeutici. È fondamentale però continuare a investire in formazione e ricerca.
DR: "Sicuramente in questo momento è importante la ricerca, contemporaneamente all’informazione. Mancano tutte e due, forse ci si impegna molto nella ricerca scientifica e meno nell’informazione in ambito sanitario. Ci sono tanti studi, ogni giorno ne vengono fuori di nuovi. Parallelamente agli studi, è necessaria più informazione tra i medici di base, così come si fa nei normali aggiornamenti obbligatori.”
Se volete approfondire le potenzialità del CBD, potete contattarci attraverso il nostro servizio clienti, scrivendo una mail a wecare@enecta.it. Il nostro team dedicato sarà disponibile a fornire tutte le informazioni di cui avete bisogno.