I dati attuali evidenziano che parte delle azioni del cannabidiolo si esplicitano attraverso l’attivazione dei recettori CB1, CB2, TRPV1, adenosina A2A, PPAR-y e mediante il blocco dei recettori GPR55 e l’inibizione dell’enzima FAAH. Attraverso queste azioni, il cannabidiolo (CBD) interviene sul sistema immunitario o, indirettamente, su un processo infiammatorio.
Queste caratteristiche del cannabidiolo (CBD) ne hanno reso comune l’uso per regolare il sistema immunitario con il fine di avere una risposta immunitaria equilibrata, efficace contro gli agenti esterni senza risultare troppo aggressiva per l’organismo. Il CBD agisce lì dove avviene uno squilibrio, anche nel sistema immunitario, e aiuta a ripristinare l’equilibrio iniziale.
È per questo motivo che l’azione indiretta del CBD sul sistema immunitario può portare a un “innalzamento delle difese” o, al contrario, a una sua parziale soppressione nel caso, ad esempio, delle malattie autoimmuni: alterazioni del sistema immunitario che scatenano risposte immuni anomale a discapito dell’organismo.
Allo stesso tempo l’olio di cannabidiolo (CBD) è un trattamento sempre più popolare per contrastare l’ansia e i disturbi del sonno. Questo impiego è supportato da diversi studi clinici che evidenziano l’efficacia del CBD nel ridurre ansia e migliorare il sonno nelle persone che soffrono di disturbo post traumatico da stress (PTSD).
Nel 2015 è stata pubblicata sulla rivista Neuroterapeuthics la revisione degli studi condotti fino a quel momento volti a verificare i potenziali effetti del CBD nel trattare uno stato d’ansia.
La revisione ha preso in esame 49 studi preclinici, clinici ed epidemiologici; e ha incluso anche le ricerche fatte con tecniche di neuroimmagine (le tecnologie che permettono di studiare il metabolismo cerebrale). Dalla revisione, curata da Esther M. Blessing, Maria M. Steenkamp, Jorge Manzanares e Charles R. Marmar della New York School of Medicine, è emerso che gli studi preclinici hanno dimostrato l’efficacia del CBD nel ridurre l’ansia provocata da molti disturbi come, ad esempio, il disturbo da stress post-traumatico, quello d’ansia generalizzata o quello ossessivo-compulsivo. Forte di questi risultati, la ricerca scientifica ha continuato a indagare per valutare al meglio l’efficacia del cannabidiolo in questo particolare contesto, riportando i risultati positivi ottenuti in contesti clinici.
Uno degli esempi è uno studio pediatrico del 2016, in cui l’utilizzo del cannabidiolo (CBD) ha comportato una netta riduzione dell’ansia e dell’insonnia conseguenti a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Nel soggetto al centro dello studio - una bambina di dieci anni affetta da un disturbo da stress post-traumatico particolarmente grave - si è notato un graduale e costante aumento della qualità e della quantità del sonno, senza registrare alcun effetto collaterale.
Sono sempre di più i dati che supportano il CBD come trattamento per il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo di panico, il disturbo d’ansia sociale, il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo da stress post-traumatico. In particolare, i risultati mostrano un potenziale per la prevenzione degli effetti avversi a lungo termine dello stress, nonché l’incremento dell’estinzione e il blocco del riconsolidamento dei ricordi persistenti di paura.
Allo stesso tempo, si indagano anche i benefici del CBD nel contesto delle disfunzioni neurologiche, conseguenza dei traumi cranici. Uno studio pubblicato ad aprile 2019 sulla rivista Frontiers in Pharmacology ha voluto verificare gli effetti di un olio di cannabidolo (CBD) al 10% disponibile in commercio sulle disfunzioni sensoriali e neuropsichiatriche associate a un trauma cranico lieve. I topi impiegati nello studio soffrivano di dolore cronico provocato da un lieve trauma cranico. Il dolore cronico aveva come conseguenza per i topi lo sviluppo di un comportamento ansioso e aggressivo, a cui seguiva una ridotta interazione sociale e una successiva depressione. I ricercatori hanno somministrato ai topi olio di CBD al 10% per via orale. I risultati hanno mostrato come, grazie al CBD, le alterazioni comportamentali fossero sparite, al punto da suggerire questo cannabinoide come strumento farmacologico per migliorare quelle disfunzioni neurologiche provocate dal trauma.
In generale, la letteratura scientifica offre numerosi spunti di trattamenti per i diversi tipi di ansia e stress e correlazioni col sonno.
Riportiamo ad esempio uno studio retrospettivo che include una documentazione mensile sull’ansia e sulla qualità del sonno su un campione di persone consistente: 103 pazienti adulti.
Lo studio, pubblicato nel 2019, voleva determinare, nel contesto di una popolazione clinica, se il CBD fosse in grado di migliorare il sonno e/o l'ansia nei soggetti coinvolti. Ai pazienti è stato somministrato quotidianamente cannabidiolo (CBD) in capsule per un periodo di tempo di tre mesi. La gran parte dei partecipanti allo studio ha assunto 25 mg di cannabidiolo al giorno.
In media, l'ansia e il sonno sono migliorati per la maggior parte dei pazienti, e questi miglioramenti sono perdurati nel tempo. Alla prima valutazione mensile dopo l'inizio del trattamento con la CBD, il 79,2% e il 66,7% di tutti i pazienti ha registrato un miglioramento rispettivamente dell'ansia e del sonno. Due mesi dopo l'inizio del trattamento con CBD, il 78,1% e il 56,1% dei pazienti hanno riferito un miglioramento nell'ansia e nel sonno. Queste percentuali sono rimaste stabili fino alla fine del periodo di tempo in cui si è svolto lo studio.
I risultati, promettenti per quanto riguarda il CBD come strumento per ridurre l’ansia, mettono in evidenza anche un il suo ottimo profilo di sicurezza.
Molte persone che trattano le loro sindromi col CBD hanno subito una riduzione rapida della frequenza degli eventi dei disturbi del sonno, dei problemi legati all’ansia ed allo stress, senza alcun effetto collaterale, e riportando anche miglioramenti nelle funzioni del sistema immunitario. La cura del proprio corpo, la prevenzione e il rafforzamento del sistema immunitario devono essere la priorità oggigiorno. Il cannabidiolo (CBD) è un alleato della nostra salute nel contesto della quotidianità di questi tempi.
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